Era un punto di forza, ora è quasi un punto debole. Il Milan si era cucito lo scudetto sul petto due anni fa grazie (soprattutto) ad una difesa che sembrava impenetrabile. Che fine ha fatto quel blocco? Tra infortuni e scarso rendimento, la difesa rossonera si sta sgretolando
Dalla festa di Reggio Emilia ad oggi l’unico vero cambiamento è stata la “sostituzione” di Romagnoli con Thiaw. L’ex capitano del Milan era però fuori dai titolari già da un po’ ed il suo addio era già certo.
Certo però è anche il fatto che Maignan sembra aver perso il suo tocco Magic. Contro il Dortmund poteva fare certamente di più, qualche giorno fa decisivo contro la Fiorentina ma anche in quel caso spesso impreciso.
I numeri dicono che in 18 partite giocate, il Milan ha subito 1,1 gol a partita. Troppi per ambire a qualcosa di importante. Sette clean sheet stagionali. Sottraiamo i due 0-0 di Champions. Vittoria per 2-0 contro il Bologna alla prima di campionato, poi è passato un mese per battere di scarto il Verona. 2-0 contro la Lazio e 1-0 a Genova, infine, il faccione di Maignan contro la Fiorentina.
La sensazione però è che, mettendo da parte i numeri, la difesa non offre le certezze di una volta.
Quest’anno Kajer si è visto solo tre volte da titolare. Kalulu addirittura solo una, contro il PSG a San Siro. Maignan è stato fuori per infortunio due settimane. L’unica costante di una difesa in continuo cambiamento è stato Tomori, sempre presente ad eccezione della squalifica nel derby.
Infermeria stracolma
La smorfia di dolore sul volto del difensore tedesco è la stessa di Pioli e di tutti i tifosi. Thiaw, Kalulu, Kjaer, Pellegrino, Caldara. Su sei centrali ne è rimasto solo uno: Tomori. Pioli dovrà necessariamente riadattare qualcuno andando a mutare la pelle del Milan, oppure, attingere (anche) alla Primavera.
Quel che è certo è che a gennaio la dirigenza di via Aldo Rossi dovrà investire su un centrale di difesa, desiderio (anzi necessità) che anche lo stesso Pioli ha fatto notare espressamente.