Jack Bonaventura non ha più dubbi. D'estate, tra la delusione per la mancata convocazione e un Milan che sembrava senza un futuro, la sua strada e quella dei rossoneri sembravano destinate a separarsi. Poi è arrivato Montella...
"In effetti, tra risultati che non arrivavano e situazioni extra campo, non si scorgeva un grande futuro in vista di questa stagione" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport -"Avevo le idee confuse, avevo sofferto parecchio anche l’esclusione dall’Europeo, perché sapevo di aver fatto un gran campionato. Poi, fin dai primi giorni di ritiro, ho visto che l’andazzo era cambiato. Ora si è creato un grande gruppo, è bello essere qua e non cerco altre situazioni. Mi aspettavo di trovare un po’ più di caos, ma Montella è stato molto bravo a isolarci. Credevo che arrivasse e ribaltasse tutto, invece ha proceduto per gradi e la cosa è servita a mantenere il clima rilassato. Ha avuto ragione lui. Io ero convinto che servisse una procedura... più tosta".
Niente creste, tatuaggi, o grilli per la testa per "Jack": "Se scrivessi un’autobiografia sarei noioso. Ho poco da raccontare, primo vinco qualcosa e poi magari ne riparliamo. Io dedico tutte le mie energie al Milan, il resto non mi interessa. I ragazzi più giovani devono vedere in me un esempio positivo, qualcuno da seguire. Mi rendo conto di essere un punto fermo, so di essere importante e lavoro per tenere alto il livello. Giovani? Occorre non caricarli di troppe responsabilità, perché si stanno affacciando al calcio in una grande squadra e quindi è tutto più complicato. E provenire dal nostro settore giovanile non deve equivalere a pensare che si ha la pappa pronta".
Bonaventura prova a elencare i suoi pregi e i suoi difetti: "Mi piace il fatto che non mi accontento mai, che credo di poter sempre fare meglio. E a volte vorrei avere una lettura di gioco migliore. Posizione? Ormai ho preso le misure a tutte le situazioni, ma nel 4-3-3 mi schiererei mezzala sinistra. Mi piace perché tocco molti palloni e partecipo attivamente alla fase di costruzione. Magari è un lavoro meno appariscente, ma mi diverto. E, sapendo come Montella fa giocare le sue squadre, me lo aspettavo che mi avrebbe arretrato. Divertimento? Arrivavamo da stagioni tristi, Montella ha portato la gioia di giocare a pallone. Ha curato molto l’aspetto mentale, ma l’80% del lavoro davvero importante è stato sul campo. È quello che poi si porta dietro anche la testa".
Obiettivo? "La Juve è a un livello superiore, ma il divario con le inseguitrici si è ridotto. Il mio rimpianto è di essere arrivato in un Milan senza Europa, ma questo è l’anno giusto per tornarci. Sabato con i bianconeri possiamo vincere perché è una gara secca, in casa nostra e loro ci faranno tirare fuori il 100%. E poi ci siamo avvicinati parecchio al livello delle prime".