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Data: 17/11/2018 -

Mihajlovic: “Belotti deve meritarsi la Nazionale, fiducia in Juric e Giampaolo”

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Il derby di Genova alle porte, la Nazionale dell’amico Mancini, i sui ex ragazzi Donnarumma e Belotti e gli specialisti delle punizioni che non ci sono più: Sinisa Mihajlovic a Genova.
Il derby di Genova alle porte, la Nazionale dell’amico Mancini, i sui ex ragazzi Donnarumma e Belotti e gli specialisti delle punizioni che non ci sono più: Sinisa Mihajlovic a Genova.

Da giocatore prima, allenatore poi, “sono stato tanti anni qui, ho ancora tanti amici e torno sempre volentieri”: l’occasione oggi di riabbracciare Genova per Sinisa Mihajlovic è stata il convegno International Combined Meeting in programma a Palazzo Ducale, a poco più una settimana da quello che per tante stagioni è stato il suo derby. “Io mi ricordo i gol dei derby e i risultati finali, è sempre una partita dura e combattuta, dove può decidere anche solo un fallo laterale o un angolo: è una partita sempre complicata”. Alla quale Genoa e Sampdoria arrivano dopo una striscia negativa di risultati.Sia Juric che Giampaolo sono due ottimi allenatori e penso che i presidenti farebbero uno sbaglio ad esonerarli, bisogna avere fiducia: Giampaolo ha dimostrato di saper far giocare bene la squadra, Juric ha avuto un calendario difficile e ha incontrato molte big”.

Dal Derby della Lanterna alla Nazionale dell’amico Mancini, in campo stasera senza il suo ex attaccante al Torino Belotti. “Quando sta bene è un giocatore importante, a Genova ha fatto due gol: si deve meritare la convocazione, facendo bene sul campo come fatto contro la Sampdoria. Mancini lo chiamerà se si meriterà la convocazione, lo sanno tutti i giocatori che le convocazioni funzionano così: Belotti in questo momento non sta attraversando un buon periodo di forma, ma è sempre il solito lottatore, anche se deve fare gol perché il suo ruolo richiede questo”.

Dall’attacco alla porta. “Donnarumma ha peggiorato il suo rendimento? E' sempre un ragazzino e dobbiamo pensare e fare i conti anche con tutte le pressioni che ha avuto in questi anni: ha cominciato a 16 anni e non è così facile, ha grandi qualità. Io bravo a lanciarlo? Non è merito mio, è lui che è andato in porta perché se lo meritava: è vero che bisogna avere coraggio a fare una scelta di questo tipo, ma io non ho mai fatto una scelta guardando all'età ma solo alla qualità che potevano esprimere i giocatori in un determinato momento”. Ultima battuta sui protagonisti da calcio di punizione - marchio di fabbrica di Mihajlovic - di questo campionato. “Pjanic le batte bene, ma non va oltre alla norma: non ci sono più i Baggio, i Pirlo o i Del Piero. Non ci sono più specialisti come in passato".



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