"In Senegal mi chiamavano 'Lewa', ma il mio modello è Icardi". Idee chiare per Youssouph Cheikh Sylla, gigante senegalese del Vigor Carpaneto, serie D girone D. Sei gol in due partite, due triplette, l'ultima in appena 40 minuti di gioco contro il Colligiana. Se c'è lui il Carpaneto vince, se c'è "Pape" in campo i gol portano solo la sua firma. A 19 anni questo centravanti di 196 cm è già leader del piccolo club emiliano, dopo esserlo stato nel Colorno, Eccellenza, con 14 gol alla primissima esperienza italiana. Di proprietà del Piacenza, adesso il baby fenomeno sta suscitando l'interesse di club importanti.
"Non mi aspettavo questo impatto, perché la serie D è un campionato difficile, dove si lotta su ogni pallone" - racconta Sylla ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Sei gol in due partite sono merito anche dei miei compagni, ne approfitto per ringraziarli, posso? Spero di segnare tante altre reti. Sono venuto a Carpaneto per imparare. Avevo già giocato contro questo club la scorsa stagione, sapevo che erano molto bravi. In squadra il mio modello è Franchi. Posso crescere tanto con loro, è un gruppo molto unito che mi ha accolto benissimo".
La passata stagione Sylla ha già fatto conoscenza con le ruvide difese italiane: "L'anno scorso al Colorno ho segnato 14 gol. All'inizioera difficile perché non capivo la lingua, mi ha aiutato molto il nostro allenatore. Anche i compagni sono stati fondamentali, non è stato semplice l'impatto. Quando ho saputo che avrei giocato in Italia ero felice, era un'opportunità da prendere al volo, il calcio italiano è uno dei migliori, decisamente superiore a quello africano. La mia famiglia mi ha sostenuto da subito nella scelta, mia madre e mio padre erano felice per me".
Nostalgia della famiglia? "Pape" si blocca, poi riprende: "Tanta. Mi manca molto il Senegal. Il sole, la mia famiglia, i miei amici... Tutto mi manca. Mi chiedo spesso quando potrò tornare, spero che ci andrò in ferie l'anno prossimo. Ma l'Italia è unpaese bellissimo, mi piace molto. Il calcio è un po' duro (ride), ma mi sto impegnando al massimo. Adoro il cibo, mi piace tanto la pasta, soprattutto gli spaghetti con la mozzarella di bufala! Ma devo stare attento alla dieta. Qui si può realizzare il mio sogno. Ho sempre amato il calcio. Ho lasciato tutto per il pallone, ho solo una cosa in testa, provare a diventare un grande giocatore".
Hai dei modelli? "I grandi attaccanti mi fanno sognare. Ronaldo, il 'fenomeno', ma anche Cristiano Ronaldo, Trezeguet, Henry... Ma tra tutti adesso il mio modello è Mauro Icardi. Lo ammiro molto, è un vero bomber ma sa anche aiutare la squadra. Poi è forte di testa, ha un morale d'acciaio. Sono di parte perché in Italia tifo perl'Inter, anche se il mio club del cuore è il Manchester United". Come trovi la concentrazione prima delle partite? "Non ho riti. Io ad ogni partita prego Dio per dare il massimo eaiutare la squadra. Ascolto anche la musica". Soprannomi? "Ho tanti soprannomi, ma i miei amici in Senegal mi chiamano "Lewa", come Lewandowski".
Come è stato l'impatto con le temibili difese italiane? "Le difese italiane sono dure, sono molto tattiche. Sono le migliori del mondo,il calcio italiano è duro per un attaccante. Questo vale anche per la serie D. Ma io sono abbastanza grosso per reggere, gioco moto sul fisico, chiedo la palla in profondità e la proteggo... Devo però migliorare nel gioco aereo,perché segno poco sfruttando lo stacco.Sono alto 196 cm, sarebbe un peccato se non imparassi a colpire bene di testa. Anche nel gioco spalle alla porta devo migliorare. Ma sono qui per questo, con alcuni dei migliori maestri del Mondo".
Il sogno più grande? "Spero di diventare un grande attaccante, è il mio sogno. Ma c'è ancora tanta strada da fare, il mio più grande obiettivo, se mi permetti di fantasticare, è giocare la Champions. E se potessi farlo all'Old Trafford, con la maglia dello United, non potrei veramente chiedere di più alla vita. Sarebbe un onore immenso vestire la stessa maglia di campioni che hanno fatto la storia del calcio". Intanto "Pape" fa palestra in serie D. Ma siamo sicuri,sentiremo parlare di lui...
A cura di Guglielmo Pacini