Aveva promesso che sarebbe tornato a casa a piedi in caso di doppietta segnata al derby. Poi, la precisazione: “Avessimo vinto sì, ma così…” dietrofront. Il pareggio di Perisic nei minuti di recupero brucia, ma non offusca comunque più di tanto quella che ieri è stata, a tutti gli effetti, la serata di Suso: uno che il Milan se l’è preso per davvero, a sorpresa e con un rendimento inatteso. Frutto di un anno lontano (seppur non più di tanto) da Milano, utile a restituire al mondo rossonero un giocatore totalmente rinato e rimotivato.
Caccia ai meriti, allora. Perchè se Suso è divenuto oggi uno degli inamovibili di Montella, fuori dal mercato e indispensabile per qualità e tecnica nel suo 4-3-3, un assist vincente va attribuito anche al ds Maiorino: “Il merito è soprattutto suo, mi ha fatto una testa terribile!” aveva confessato Galliani qualche settimana fa. 200 mila euro per strapparlo ad un Liverpool che in lui ancora credeva poco, faticando nel trovargli una collocazione tattica tra ruolo da mezz’ala ed esterno alto, dopo un primo incontro dal bigliettino da visita niente male: International Champions Cup e 2-0 ai rossoneri con tanto di mancino vincente dello spagnolo, che pochi mesi più tardi avrebbe ritrovato proprio il Milan sulla sua strada.
Maturato eccome, mentalmente e calcisticamente parlando. Dal tweet omofobico (giustificato successivamente come semplice scherzo) nei confronti dell’ex compagno José Enrique, costatogli una multa, al tanto silenzio, tra campo e social, nei primi mesi milanesi: lo sbarco a Malpensa con la fidanzata e i suoi piccoli cani, qualche fugace apparizione, due bei gol in amichevole contro la Reggiana per tentare di rilanciarne le quotazioni e la bocciatura prematura di Mihajlovic, dopo i soli 55 minuti in campo contro l’Empoli da trequartista puro. Poi, la cura Gasperini, proprio come con Niang: il Genoa per rilanciarsi e dimostrare di poter valere una maglia da titolare al Milan. Esperimento riuscito? Decisamente, al di là dei numeri: 6 gol, due assist e, guarda un po’, uomo derby anche a Genova, con un’altra doppietta (stavolta) all’ombra della Lanterna.
Una costante, ormai, ripetutasi poco dopo più di 7 mesi, da protagonista numero uno di un Milan che ha voluto tenersi stretto per davvero sin dai mesi estivi e con obiettivi ben chiari: dimostrare di poter essere importante e cercare un posto in Champions, altrimenti…spazio ad altre soluzioni: ancora Genoa, Atalanta, Bologna o Celta Vigo. A giudicare da questo avvio di stagione, tutti gli indizi sembrano portare alla concretizzazione della prima ipotesi: anche quando in campo “le maglie si confondono”, tra le lamentele dei tanti ad aver assistito al derby di ieri, Suso si riconosce invece più che bene. Mano all’orecchio per godersi fino in fondo il boato dei suoi tifosi, attendendo una nuova serata super per rincasare, stavolta per davvero, a piedi. Quelli che ha usato per firmare il primo ed il secondo gol a San Siro in carriera, in un’occasione più che speciale: prima il suo sinistro, poi il destro. Pari e pioggia hanno cancellato la possibilità di una gioia ancor più forte e di un rientro quantomai inusuale e particolare, ma una cosa è certa: nel freddo inverno milanese, tra tanta acqua e grigiore, il Milan ha trovato il suo raggio di sole.