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Data: 27/04/2019 -

Juve Stabia, fra destino e gol promozione. Mezavilla: “Questo successo è per i tifosi”

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A Catania nel 2005 l'esordio in Serie B grazie a Fabio Caserta, oggi allenatore della sua Juve Stabia. Per Mezavilla gol promozione e quel segno del destino...
A Catania nel 2005 l'esordio in Serie B grazie a Fabio Caserta, oggi allenatore della sua Juve Stabia. Per Mezavilla gol promozione e quel segno del destino...

Ancora il destino. Dalla prima gara in B al ritorno in seconda serie da protagonista. Sempre con l’amico Fabio Caserta. Nel mezzo una carriera in giro per l’Italia, fra Serie C e B. Da Catania a Perugia, con i consigli di Sarri: “Era la stagione 08/09 e cambiammo tanti allenatori. Sarri era un maestro di tattica. Ci faceva lavorare tanto, ho imparato molte cosa da lui. E fumava tantissimo (ride, ndr)”. Poi il Cesena, ancora con Castori: “E’ stata una stagione complicata, ho avuto due infortuni. Era la prima volta che partivo in Serie B da inizio stagione, ma non sono riuscito a impormi”. Altro giro, altra corsa: il Pisa di Ventura: “Eravamo una grande gruppo, l’allenatore faceva girare bene la squadra. Peccato per la semifinale playoff di A persa con il Lecce”. 

Da Pisa a Taranto, su e giù. In Puglia l’incontro con Piero Braglia: “E’ l’allenatore con cui ho lavorato di più. Ci siamo conosciuti a Taranto, prima del mio passaggio sofferto ad Andria. Poi mi ha chiamato a Castellammare la stagione seguente. Dai playoff abbiamo conquistato la B. Sono stati tre anni fantastici in seconda serie. Avevamo un bel gruppo, il giusto mix di giocatori esperti e giovani promettenti”. Fra cui Fabio Caserta, ancora lui: “Arrivò a gennaio del primo anno in B, si ambientò subito in gruppo. Lo prendevo in giro perché era sempre sdraiato sul lettino del massaggiatore. E adesso lui sfotte me”. Un gruppo affiatato, che sfiorò i playoff per la A al primo anno. Rimanendo per tre stagioni in B: “Con alcuni ci scriviamo ogni tanto. Scozzarella ed Erpen per esempio. Ho un gruppo su WhatsApp con Danilevičius e Maury Donovan. Ci divertiamo tanto insieme”. 

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Ma come ogni storia d’amore, c’è sempre un ostacolo da superare: “Nel 2014 ho lasciato Castellammare dopo la retrocessione. E’ stato un anno difficile e pensavo che cambiare aria mi avrebbe aiutato. Non abbiamo trovato l’accordo per il rinnovo e sono rimasto senza squadra”. Dal sud al nord, ancora una volta. Stavolta destinazione Alessandria: “Ho vissuto belle emozioni. Indimenticabile la semifinale di Coppa Italia a San Siro contro il Milan”. La tappa Reggina nel 2017, in estate il ricongiungimento con la Juve Stabia. E la favola da protagonista vissuta in gialloblù. Adesso testa all’ultima gara di campionato e poi alla Supercoppa Serie C: “Pensiamo a chiudere bene la stagione e poi avremo modo di preparare la Supercoppa. Vogliamo vincere”. E il futuro: “Ho un’opzione per un altro anno di contratto con la Juve Stabia. Parlerò con la società e vedremo. Sarei contento di rimanere”

Per Mezavilla, Castellammare è una seconda casa: “Sono innamorato della città, adoro il caffè. La famiglia si trova bene e il piccolo Josué, che ha 4 mesi, è nato qui. Riesco ad andare spesso in chiesa, mi fa stare bene”. Niente account social e tatuaggi, tre cose sono importanti per Mezavilla: famiglia, chiesa e calcio. Nell’ordine che preferite. Ma a Castellammare, il brasiliano è ormai un santo per i tifosi. Fra sacro e profano. Il gol che è valso la Serie B porta la sua firma. E si sa, da queste parti il calcio è come una fede.

Di Oscar Maresca

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Tags: Serie C



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