Carico, motivato, deciso e decisivo. In una definizione, "L'Indomabile", per L'Equipe, che ha voluto oggi dedicare la propria intera apertura a Mario Balotelli. L'attaccante del Nizza, reduce da un ottimo avvio di stagione con la squadra di Favre e capace di segnare già 6 gol nelle prime 5 partite giocate tra Ligue1 ed Europa League, ha conquistato a suon di reti e ottime prestazioni il mondo del calcio francese, "ritrovando a Nizza l'ambiente ideale per la sua rinascita".
Di lui, al quotidiano francese, ha voluto parlare chi forse meglio di tutti lo conosce, Roberto Mancini: "Balotelli è fantastico, sia come uomo che come calciatore. Nel bene e nel male. È un giocatore speciale per me, per quello che ha fatto sul campo e anche fuori (ride). Lo rispetto molto, spero capisca che ha una grande occasione per tornare un grande calciatore. Deve segnare almeno 20 gol quest'anno! Ma Mario la deve smettere di togliersi la maglia quando segna, per lui dovrebbe essere una cosa normale".
"Ho cominciato a farlo giocare quando aveva 17 anni - continua Mancini, ripercorrendo i tempi vissuti con Balotelli all'Inter - Io ho fatto il mio debutto a 16 e mi piace fare giocare i giovani. Era davvero impressionante. Ero convinto che sarebbe diventato un fuoriclasse. Era tranquillo sul campo, tutti si sono affezionati a lui quella stagione. Siccome Ibrahimovic si era fatto male ho fatto giocare Mario tante volte. Era titolare nell'ultima partita a Parma ed è diventato campione d'Italia al suo primo anno, cosa molta rara. Ma a 17 anni non doveva sopportare tutta la pressione che ha ora addosso".
Un carattere, quello di Balotelli, per molti complicato. Ma non troppo per Mancini: "Balotelli è davvero un bravo ragazzo, molto bravo e educato. E' sempre stato rispettoso con me. Ogni tanto può farti incazzare ma impossible non volergli bene. Mi spiace abbia perso così tanti anni. Ora deve capire che deve solo lavorare e che ha una grande opportunità col Nizza. Non puoi rovinare le qualità che Dio ti ha dato. All'Inter ho avuto Adriano, poteva diventare un crack ma si è perso. Il più forte fra Balotelli e Adriano ? Balo. Adriano aveva grandi dote fisiche, ma Mario ha certe qualità tecniche che Adriano non aveva"
Poi, la parentesi insieme al City e il capitolo Nazionale: "Ho detto ai miei dirigenti quando ero al City di prendre Mario perché era un grande calciatore. Doveva adattarsi al calcio inglese, certi avversari lo provocavano e lui ci cascava. Con Mario i tabloids erano al paradiso. Io gli parlavo come un fratello maggiore, non come un padre. Ma quando ero incazzato con lui allora gli parlavo come un padre. I fans erano innamorati di Mario! Quando siamo diventato campioni lui ha alzato in alto la bandiera italiana, per lui è una cosa importante. Quando siamo venuti alle mani? Avevo detto ai giocatori di non fare falli stupidi, dopo che Clichy era tornato dall'infortunio. E Mario fece proprio una scivolata su di lui poco dopo. Ero incazzato nero! L'ho preso per il collo, cercando di spingerlo via ma facevo fatica. Vedendo le immagini la gente pensa che siamo venuti alle mani, ma non è affatto così. La Nazionale? Se non ci gioca è per colpa sua. È incredibile pensare che non è il centravanti titolare dell'Italia. È il migliore attaccante italiano di questi ultimi anni. Spero che Mario abbia capito che deve solo pensare al calcio, non è difficile".
Un gol ogni 51' in Ligue1 (nessuno come lui nei top campionati europei) per ripartire, definitivamente, dopo le ultime, difficili stagioni, tra il poco spazio a Liverpool e una pubalgia che ne ha compromesso il capitolo 2.0 al Milan. La Nazionale come capitolo mai chiuso, con gli occhi di Ventura puntati addosso, e l'obiettivo di un nuovo ritorno in azzurro certamente possibile: a maggior ragione, se si dimostrerà "Indomptable". Come in tanti, da tempo, vorrebbero vederlo per davvero. Mancini compreso.