"Hart? Fortissimo". Parola di Stefano Sorrentino, uno che di parate se ne intende. Lunedì si giocherà Palermo-Torino, due squadre che hanno segnato la carriera del portiere campano. Tuttosport ha pensato di contattare l'ex granata per avere un giudizio autorevole sul numero uno dell'Inghilterra:
"Il Torino ha preso un gran portiere. Contro la Slovenia è stato straordinario, lo hanno detto tutti. Ma non mi ha affatto stupito. Io lo seguo da anni con interesse, amo osservare i portieri più grandi perché da loro hai sempre qualcosa da imparare. E Hart fa parte della mia collezione da tanto tempo. Gli ruberò altri segreti, nei prossimi mesi. Non è bravo a impostare il gioco? Io dico solo che la cosa più importante per un portiere è parare. D’accordo, adesso nel calcio moderno anche i portieri devono saper usare i piedi, ma comunque Hart sa il fatto suo pure da questo punto di vista. Non vedo limiti, manchevolezze tecniche. Ribadisco: il portiere non deve far gol, ma evitarli. Questa è la prima cosa che conta. E se in porta hai uno come Hart, parti avvantaggiato".
L'ex portiere del Palermo ha una curiosità: "Sì, vorrei vedere a gioco lungo come si integrerà nel nostro calcio. E ve lo dice uno che ha giocato all’estero, in Grecia, in Spagna. E che quindi conosce anche le problematiche che può incontrare un giocatore chiamato a cimentarsi in un ambiente molto diverso. Hart, per esempio, esibisce una scuola un po’ differente dalla nostra. E’ doppiamente interessante studiarlo, ora che gioca in serie A. E' fortissimo, e ha delle caratteristiche tipiche del calcio inglese e di altre realtà sportive europee, ma non dell’Italia. Per esempio l’uscita a croce sul giocatore che arriva solo davanti al portiere. Cioè con le braccia e le gambe aperte, proprio a formare una croce: per ridurre il più possibile lo specchio della porta. E’ un tipo di parata tipico degli inglesi. In Italia la si sta introducendo da poco. Per scuola, noi portieri italiani siamo più abituati a tuffarci in avanti, con la testa e le braccia protese verso il pallone. Il vero trucco è capire in un istante quando è più utile tuffarsi così, e quando invece a croce".
Sorrentino avrà una richiesta speciale quando incontrerà il portierone inglese: "Intanto Hart migliorerà ancora, da noi apprenderà soluzioni poco privilegiate in Inghilterra. La migliore scuola dei portieri è proprio in Italia. E lui è già forte di suo. Ha un gran fisico, un magnifico senso della posizione. E coraggio. Può portare tanti punti. Per dire: in un campionato ci può stare che, con i suoi interventi decisivi, salvi 4, 5, 6 vittorie di misura. Anche grazie a lui il Toro potrà davvero lottare per l’Europa. Quando lo incontrerò lo inviterò alla mia scuola calcio per portieri! La RSI di Gassino San Raffaele, vicino a Torino. Mi piacerebbe molto che i miei ragazzini lo incontrassero. Palermo-Torino? Si affrontano due squadre cui tengo molto. Sono molto legato anche alle due tifoserie. Le ricordo con affetto".
Su Belotti: "Non sono sorpreso dalla sua crescita. Due estati fa, poco prima che andasse al Toro, gli dicevo che in granata avrebbe trovato l’ambiente ideale, perché lui rispecchia i valori più importanti del Toro. Diventerà uno degli attaccanti più forti d’Europa". In chiusura d'intervista il portiere del Chievo svela il suo segreto: "Avere la stessa voglia di quando ero un ragazzino. Sono tornato a Chievo, ho ritrovato un ambiente ideale per fare bene. E’ una nuova sfida che ho preso al volo. Ringrazio il presidente Campedelli che mi ha dato questa possibilità. Quanto a tutti noi... La cosa più importante è stata trattenere Maran, che pure aveva diverse offerte. Nonché aver tenuto uno zoccolo duro di bravi giocatori. Il primo obiettivo è salvarci, poi proveremo a migliorare i 50 punti dell’anno scorso".