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Data: 27/08/2017 -

Marino: "L'Atalanta può confermarsi. Napoli? Attualmente non ha paura di nessuno"

Autore: Redazione

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Napoli, Napoli, Atalanta: undici anni divisi in due squadre ed ere calcistiche diverse. Partita speciale quella del San Paolo per Pierpaolo Marino, che si gusterà il match da disoccupato felice: “Sono in vacanza in Sardegna. Resto in attesa di una chiamata ma senza ansiolitici. Come finisce Napoli-Atalanta? Non chiedetemi il risultato – dichiara ai microfoni della Gazzetta dello Sport - posso dire che sarà una partita spettacolare, con molti gol. Comunque vada, per me è una festa: mi permette di rivedere i momenti importanti della mia carriera. San Paolo? No, la vedrò a casa, in tv”.


Tra d.s. o d.g. Pierpaolo Marino non ha dubbi: “Direttore sportivo: mi piace fare mercato, il campo mi mette allegria, gestire una società m' intristisce”. Ha lasciato l' Atalanta due anni fa: prima che cominciasse l' avventura europea: “Il mio compito si era esaurito, ero arrivato in una situazione di emergenza. A me piace lasciare un terreno fertile: ho voluto io la rescissione del contratto, i Percassi mi chiedevano di restare”.

L' anno scorso la vittoria in casa con il Napoli è stata la svolta per l' Atalanta: “Sì, perché la squadra ha capito che nessuna impresa era impossibile. Al ritorno è andata anche meglio. Tolti sei punti su sei al Napoli: senza l' Atalanta la storia del campionato poteva cambiare”. Doppio impegno che potrebbe condizionare l' Atalanta come successo al Sassuolo: “La rosa c' è, l' ambiente è carico come una molla. So che la società pensa soprattutto alla salvezza, a differenza di Gasperini. Che deve comunque cercare l' equilibrio, questa squadra può puntare alla metà sinistra della classifica”. Esordio non fortunato con la Roma: “Non meritava di perdere, ha trovato un' avversaria utilitaristica. Guai se il Napoli la sottovaluta”.

La discussione si sposta poi sul Napoli: “Sta benissimo, oggi non ha paura di nessuno. L’anno buono per lo Scudetto? Deve ripetere l' andata di due anni fa e il ritorno dello scorso torneo. La Juve resta un gradino su: ha più fuoriclasse”. Un giudizio poi su Sarri: “Ha fatto la differenza, gestisce il gruppo in modo semplice ed efficace. Essendo un autodidatta e avendo fatto la gavetta, assimila in fretta le cose. Quest' anno ha capito che può e deve fare il turnover”.

Il miglior acquisto di Marino all' Atalanta: “Denis, ci ha tirato fuori dai guai quando siamo partiti dal -6. La mia prima stagione, la migliore. Poi i giovani che ho lanciato. E sono contento di aver aspettato Masiello”. Nel suo primo Napoli invece: Maradona. “Era una squadra che aveva vinto poco o nulla; c' era bisogno di costruire un gruppo di livello intorno al giocatore più forte del mondo, e il tutto con disponibilità economiche che non facevano pensare all' acquisto di campioni affermati”.

In molti azzardano il paragone tra Insigne e Diego: “Ho firmato il tesseramento di Insigne, ho lavorato con Maradona: li considero miei figli e dico che certi paragoni fanno male a chi vengono fatti. Il che non significa che Lorenzo non possa diventare il miglior giocatore napoletano di sempre”. Il Papu Gomez sempre più al centro del progetto Atalanta: “È l' Insigne dell' Atalanta. Vedo molte analogie: stesso fisico, stessa generosità negli assist, stessa posizione: partendo da sinistra per accentrarsi.
Marino ricorda la sua seconda era nel Napoli: “La società era appena fallita, andava ricostruita: furono 5 stagioni intense con la doppia promozione dalla B alla A. L' allenatore di riferimento? Reja, l' ho voluto per far ripartire il Napoli e risollevare l' Atalanta che con Colantuono era in una situazione difficile. Antonio Percassi? L' imprenditore più valido che abbia mai conosciuto. Come De Laurentiis? Ripeto: Antonio Percassi è l' imprenditore più valido che abbia mai conosciuto”.

La mano di Marino si vede ancora oggi nel Napoli: “Hamsik: 5 milioni per uno di serie B poi diventato quello che è. Insigne, tesserato quando era nei Pulcini e Maggio”. E anche nell’Atalanta: “Caldara, Masiello, il Papu, Bastoni, Spinazzola”. Le sfide che non si possono dimenticare: “Quando ero all' Atalanta, il 3-1 al Napoli nell' anno del -6. Quando ero al Napoli, l' 1-1 nell' anno dello scudetto con errore di Garella”. E questa sera Marino potrà guardarla dal divano di casa, con il cuore sempre diviso a metà tra Napoli e Atalanta".

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