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Data: 02/11/2017 -

"Marco allenatore già in campo, Inter passione condivisa con papà Graziano. Una big? Alla Samp sta benissimo": (Federico) Giampaolo racconta... Giampaolo!

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Bella da vedere, sola al sesto posto subito dietro alle grandi. Numeri incredibili, giocatori in continua crescita e un pezzetto di storia lunga venticinque anni appena riscritta. Eccola la Sampdoria di Marco Giampaolo, macchina perfetta tra le rivelazioni di questa prima parte di stagione: quella del bomber che esulta pipa alla bocca Zapata, del Fabio Quagliarella tornato ragazzino. Tra gli ultimi ad esplodere, quel Lucas Torreira fresco di primo gol in Serie A, motorino inesauribile e giocatore fondamentale nel centrocampo disegnato dall'allenatore del Doria. "E pensare che Marcone rimase conquistato anni fa, quando Lucas appena arrivato in Italia giocava nella mia Primavera del Pescara. Era il 2013, Marco era venuto a vedere una nostra partita e mi disse: “Ma chi è quel ragazzino? È bravo tecnicamente, sa giocare”. “Guarda è arrivato da poco, è uruguaiano, si chiama Torreira”. Oggi pedina fondamentale dell'Euro Samp targata Giampaolo, tra le sorprese lassù in alto dopo undici giornate. "Ma io non avevo dubbi che Marco avrebbe fatto benissimo in carriera". A raccontarlo a GianlucaDiMarzio.com è l'altro Giampaolo, Federico. Professione allenatore, fratello del Marco della Sampdoria: "Un esempio da seguire, dentro e fuori dal campo. Per me che alleno, poi, avere un fratello che da tanti anni allena in serie A è una grande fortuna. Se ci confrontiamo? Sarei un folle se non lo facessi, qualche segreto provo sempre a rubarglielo. Se gli do anch’io qualche consiglio? Da Marco c’è solo da imparare. È un bravo allenatore, ha tanta esperienza”. Maturata (per tutti e due) correndo dietro ad un pallone. “Io attaccante, lui centrocampista: per un anno a Giulianova abbiamo giocato insieme. Che giocatore era? Uno che faceva sempre la sua parte, molto bravo a livello tattico. Mentre io ero un fantasista Marco era uno più lineare, anche per via del ruolo che ricopriva. Già allenatore in campo? Lo è sempre stato, con quella passione uno ci nasce. Sono quegli input che hai da ragazzo e che giustamente poi coltivi, è una passione che si ha da sempre e lui la dimostrava già in campo”.


LUI, IL FRATELLO E LA STAGIONE INSIEME



Inevitabile il passaggio in panchina. Ma in cosa si assomigliano e in cosa sono diversi i fratelli Giampaolo? “I principi sono gli stessi, anche se quest’anno io non gioco come lui perché non ho i giocatori con le caratteristiche giuste per farlo. Differenze? Che lui allena in Serie A ed io D, ed è una bella differenza. - scherza Federico - Battute a parte, io ho fatto tanta gavetta, quest’anno le cose stanno andando bene”. Come alla Sampdoria del fratello Marco. “Non avevo dubbi che avrebbe raggiunto certi livelli. Anche nell’anno della Lega Pro? Quello è un segnale, un episodio chiave del suo percorso che fa capire di che pasta è fatto Marco: per un allenatore arrivato in Serie A ripartire dalla Lega Pro non era una cosa semplice, lui non ha avuto paura di finire nel dimenticatoio della Serie C. Consapevole dei propri mezzi ha accettato la sfida di Cremona, ora è da due o tre anni che sta dimostrando le sue qualità, la sua capacità di dare un’identità ben precisa alle sue squadre”.

L’Empoli prima, ora la Samp. Ad attirare su di se gli occhi di tanti club. “Se è pronto per una Big? Lui mi ha sempre detto che a Genova sta benissimo, ha ancora due anni di contratto: poi quando lui si trova bene in una società, dove si può lavorare, dove c’è gente competente. Secondo me lui rimarrà a Genova perché negli anni sta costruendo qualcosa di importante. L’Inter? È vero, da piccolo lui era tifoso nerazzurro, come nostro papà Graziano. Se sogna davvero di allenarla? È stato avvicinato anche a diverse squadre nel corso della sua carriera, ma ora credo lo abbia detto più come battuta. È concentrato sulla sua Sampdoria”. È sui prossimi novanta minuti di Marassi. “Una partita che ho sfiorato. - Federico a Genova sponda Genoa ha giocato un anno, stagione 97-98 - Città dove sono stato benissimo, c’è un tifo molto caldo, il derby della lanterna è uno dei più belli d’Italia. Non poterlo vivere (la Sampdoria quella stagione era in A e il Genoa in B) mi è dispiaciuto molto, sarebbe stata una grande esperienza. Ho recuperato in parte vedendo da spettatore quello di ritorno dello scorso anno: che spettacolo il Ferraris. Atmosfera stupenda, da vivere con passione, il derby è una partita speciale. Come lo vive Marco? Serenamente, anche perché in quelle partite più che caricare bisogna stemperare, già la gara stessa porta ad un'adrenalina massimale”.


"UN SOGNO? IO E MARCO INSIEME IN PANCHINA..."


Lui che fuori dal campo è “un ragazzo brillante, che vive delle cose semplici. È molto generoso, se può aiutare un amico non manca mai di farlo. È un limpido, un puro, un ragazzo di buona compagnia e un fratello straordinario”. Col sogno nel cassetto, un giorno, di averlo anche come... “Collega. Quella di lavorare con lui è un’idea che mi è sempre piaciuta: nella stessa società, lui alla guida di una Prima Squadra, io in Primavera, dove ho allenato già quattro o cinque anni. Portare avanti gli stessi principi di calcio, creando una sinergia tra Prima Squadra e Primavera: stando a contatto con Marco io potrei imparare ancora di più e si potrebbe fare un lavoro importante. Io adesso sono ad Avezzano e sto benissimo, sia chiaro. È più un’idea, qualcosa che mi sarebbe piaciuto fare assieme a mio fratello”. Crescere talenti e consegnarli al grande calcio. Come fatto con Lucas Torreira, la nuova stella di casa Sampdoria.



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