Sorriso sulle labbra sarcastico e sguardo al proiettore che fa comparire, all'improvviso, la sua card Adrenalyn Panini odierna. La foto? Ovviamente, di vent'anni fa: "Vedi come stavo messo...(ride). Un tempo noi calciatori non ci sistemavamo prima degli scatti per le figurine: il fotografo arrivava la mattina, poco dopo esserci svegliati, e avevamo dei volti incredibili. Ora credo che i giocatori si preparino almeno 2-3 giorni prima per arrivare ad essere fotografati al meglio per comparire negli album...". Sincero, spontaneo e spiritoso, Luca Marchegiani: quando difendeva le porte di Torino e Lazio, le collezioni di Card Adrenalyn Panini non esistevano ancora. Solo figurine, altrochè: una vera e propria droga per tantissimi giovani, di cui anche l'ex numero 1 biancoceleste non poteva fare a meno da bambino.
Ospite alla presentazione della collezione Adrenalyn Panini 2016/17, presentata oggi in Lega Calcio, Marchegiani ha avuto modo di parlare ai cronisti presenti (Gianlucadimarzio.com compreso) anche del mondo delle figurine dei suoi tempi e di oggi, tra album e realtà sul campo: "Collezionavo, perchè come per tutti gli appassionati di calcio è un must: questa (Adrenalyn, ndr) è una collezione diversa, infatti guardo con un po' di invidia i ragazzi di oggi che hanno accesso a modalità ugualmente belle e se vogliamo divertenti: queste carte permettono di unire l'aspetto del collezionismo al gioco. Un modo di giocare che in Italia magari non è così sviluppato come in altre nazioni, ma comunque divertente, capace di permettere interazione: un aspetto importante e da promuovere".
Tuffo nel passato obbligatorio: "La figurina che speravo di trovare e che vorrei trovare ora? Con uno sforzo di memoria ricordo di figurine rare, all'epoca era anche più difficile rispetto ad adesso avere accesso a quello che ti mancava: ricordo che la figurina di Muraro era rarissima in quel periodo, mentre in un'altra occasione non riuscivo a finire l'album perchè mi mancavano Zucchini e Andreuzza, due giocatori del Pescara. Questi sono i ricordi legati al mio collezionismo. Oggi invece, tra i tanti giocatori, vorrei avere quella di Totti: credo che sia una figurina rappresentativa in questo momento, perchè comunque è una delle poche bandiere che sono rimaste con grande orgoglio e sacrificio, perchè non è facile arrivare a 40 anni nelle condizioni in cui è lui, riuscendo ad essere determinante e decisivo in una condizione non facilissima".
Dall'album al campo, con le recenti prestazioni di Juventus e Napoli in Champions: "E' una competizione difficile, lunga, dove specialmente in questi primi turni fa la differenza la condizione atletica delle squadre: non ci sono risultati che mi stupiscono. Non mi stupisce il Napoli che va vincere a Kiev, perchè è una squadra che anche se ha perso Higuain non ha perso la sua identità di gioco e sa attaccare molto bene: nelle competizioni europee chi attacca bene ha buone possibilità di arrivare in fondo. Per quanto riguarda la Juventus si è vista la gara delle difficoltà internazionali, perchè comunque subentrano fattori diversi rispetto al campionato italiano. La Juventus in Italia sta vincendo abbastanza facilmente perchè comunque è perfettamente calata in quello che serve per vincere partite in Serie A, mentre in Champions è difficile e non basta Higuain per vincere le partite: penso sia comunque una squadra veramente costruita per vincere questa competizione. Ci è andata vicina due anni fa forse in maniera inaspettata, mentre quest'anno parte tra le favorite, nonostante non sia facile".
Da Higuain a Milik, tra il gioco di Sarri e un paragone dell'attaccante polacco con Icardi: "Sarri ed Higuain si sono aiutati a vicenda, credo che sia per Higuain che per Milik stare in una squadra che gioca in maniera offensiva e ti mette tante volte nelle condizioni di tirare in porta sia un vantaggio: in questo senso Sarri aiuterà qualsiasi centravanti avrà a disposizione. Chiaro che con l'Empoli non riuscisse ad esprimere lo stesso valore offensivo, è anche questione di centrocampisti: comunque una squadra che ha tante soluzioni offensive e tante alternative toglie responsabilità e peso dalle spalle dell'attaccante, e in questo discorso si cala perfettamente Milik. E' giovane, ha dimostrato di saper fare gol e di avere le caratteristiche per far bene in Italia: è bravo di testa, a sfruttare gli ultimi metri e di avere un bel tiro, qualità che in un campionato come il nostro dove non fioccano occasioni da gol possono essere concretizzate bene. Lui o Icardi come finalizzatore? Icardi ha dimostrato qualcosa in più, mi sembra più completo, ma tra dieci giornate potrei vederla in maniera diversa".
In chiusura, immancabile la parentesi sulla Lazio, tra una figurina rappresentativa in maniera particolarmente speciale ed un "celo" obbligatorio: "Per adesso la figurina che rappresenta la Lazio è quella di Inzaghi secondo me, perchè è un allenatore giovane che si è trovato quasi per caso a guida della squadra. Sta facendo benissimo perchè secondo me non ha sbagliato nulla dal punto di vista dell'impostazione e di ciò che sta dando alla squadra. Per quanto riguarda la figurina di un giocatore mi aspetto molto da Keita, perchè al di là di Biglia o Parolo, giocatori di livello internazionale e sicurezze su cui la Lazio costruisce il suo gioco e i suoi obiettivi avere un giocatore offensivo in grado di risolvere situazioni contro difese chiuse e che prova l'uno contro uno per me è una grande fortuna. Sono contento che la Lazio sia riuscita a superare queste difficoltà di coesistenza di Keita con la squadra perchè per me può essere un giocatore importante, e questo dipende anche dalla voglia di entrambe di continuare in questa coesistenza".