Buffon su Balotelli (in due occasioni) e Bacca, Mandzukic e Pogba (con un palo a gridar vendetta) a pungere al momento giusto. In una parola, differenza: il killer instinct della grande squadra contro una vecchia gloria in cerca di nuovo smalto, tradita da ultime annate negative e puntualmente alla continua ricerca di se stessa.
In poche parole potrebbe essere definita così, la sfida che ha visto protagoniste stasera a San Siro Milan e Juventus. Un match bello, godibile e capace di sottolineare, una volta di più e come già ribadito, ciò che al momento distanzia le due squadre tra punti accumulati in classifica ed ultime stagioni vissute: se ai rossoneri serve più di un'occasione per fare centro, tutt'altra situazione si verifica dalle parti di Mandzukic e compagni di reparto. Cinica, la squadra di Allegri, capace di rimontare l'iniziale svantaggio di Alex e di reagire al buon avvio rossonero, in un match che la squadra di Mihajlovic ha interpretato nel migliore dei modi almeno per un'ora: l'errore tattico di Romagnoli (sul primo gol) e la solita arma a doppio taglio dei calci piazzati, capace di far prima gioire e poi ferire, hanno tuttavia segnato pesantemente la serata di un Mihajlovic già giunto in posizione pericolante davanti ad uno degli appuntamenti più impegnativi della stagione.
Sempre e costantemente una questione di testa, per i rossoneri, apparsi oggi ben altra squadra rispetto allo scialbo gruppo visto nella trasferta di Bergamo: mentalità giusta che, in parte, si è vista anche nella prova di Mario Balotelli, ancora però lontano dall'incidere in maniera determinante sulla partita per merito anche di un Buffon stratosferico. Proprietà che alla Juventus, invece, sembra ormai non mancare davvero mai, con altri tre punti in tasca ed una fuga verso il 5° scudetto consecutivo sempre più intrapresa. Con la squadra più forte ancora pronta a dettare legge in un campionato che, una volta di più, è pronto a tingersi di bianconero.