"Numeri straordinari, talento fuori dal comune. Ma se solo avesse avuto la testa...". Storie ordinarie, frasi dette e ridette. Come un film già visto: chissà quante volte se lo sarà sentito dire anche Vaclav Kadlec, quasi fosse un giocatore comune. Solo che Kadlec di comune ha sempre avuto ben poco. Soprattutto il fiuto del gol: se ne è accorta stasera anche l'Inter, castigata due volte dal biondino dello Sparta Praga. Doppietta micidiale per l'attaccante ceco classe '92, solo venticinque minuti per mandare in paradiso gli oltre 14 mila del Letna Stadion e affondare Frank de Boer & co.
Uno-due di destro, senza nessun timore reverenziale davanti al gigante Handanovic. Spavaldo, da sempre. Personalità da vendere sin da giovanissimo, quando grazie a una quantità di record interminabili finì nell'agenda dei club di mezza Europa. Il più clamoroso con la maglia della Nazionale ceca Under-17: 18 gol in 26 presenze, media da top player assoluto. Predestinato, (quasi) sempre in rete all'esordio: sia in Nazionale maggiore, a soli 18 anni, sia da giovanissimo con lo Sparta Praga, sia in Bundesliga con l'Eintracht Francoforte, esperienza da poche luci e tante ombre. Parecchie anche quelle che lo hanno avvolto durante l'Europeo Under 21 disputato in casa nel 2015: maglia numero 3 (!) sulle spalle, nessun gol con la Repubblica Ceca nonostante in attacco fosse lui il più quotato.
Il problema? La testa - si diceva -, per quello che da molti era stato individuato come il 'maggior talento ceco dopo Rosicky'. Un vero idolo per la Repubblica Ceca da giovanissimo, ma promessa mai del tutto mantenuta. Forse colpa anche di quella grande passione per l'estetica e i tatuaggi (tantissimi in tutto il corpo), come sostenuto dal giornalista Mark Smith: "Se Vaclav spendesse sul campo di allenamento tutto il tempo che impiega dal tatuatore, sarebbe un bene sia per il suo club che per l'intero Paese". In giro per l'Europa (oltre all'Eintracht esperienza anche in Danimarca, al Midtjylland), ma legato da un filo inscindibile allo Sparta Praga, che quando aveva sedici anni decise di prelevarlo dal Bohemians - altra squadra storica della capitale il cui presidente è ora Panenka - e che alla fine dell'ultima sessione di mercato lo ha riportato a casa.
Adesso, dopo un periodo di oblio, nuovamente la ribalta. Ciuffo biondo ribelle, numero 77 sulle spalle e gioia infinita nella partita più prestigiosa, in Europa League: Inter stesa, Sparta Praga in estasi e un nome a sovrastare tutti: Vaclav Kadlec. Chissà che adesso gli occhi delle grandi squadre non tornino a farsi indiscreti...