C’erano più di 50mila persone a Fuorigrotta quel giorno. Il sole era alto e cocente, come accade spesso a maggio, e l’aria era da ultimo giorno di scuola. Quello in cui fai il minimo indispensabile, saluti tutti e poi vai via.
C’era aria d’addio soprattutto per Christian Maggio, che dopo dieci anni stava per dire addio all’azzurro: era arrivato in sordina, diventando protagonista degli anni di rinascita, poi di crescita, quindi di esaltazione del club azzurro. In una stagione magica che ha fatto solo annusare al Napoli il profumo di scudetto.
C’era aria di addio e quindi di saluti, ma in realtà i saluti tra il calciatore e la piazza in cui ha giocato più a lungo in carriera non arriveranno mai. Maurizio Sarri, nonostante la partita conclusiva della stagione contro il Crotone andata in archivio al minuto 32 per il doppio vantaggio, non lo farà mai entrare dalla panchina: un gesto rimproverato da tanti tifosi, forse l’unico neo di un’annata fantastica. Maggio , però, non cambierà mai casa: resta a Posillipo, con lo splendido affaccio sul Golfo, e si sposta di qualche chilometro sposando la causa del Benevento neo promosso in A.
Servirà un anno per chiudere al meglio quella storia: nel luglio del 2019, alla prima amichevole da avversari, Aurelio De Laurentiis omaggerà con una maglia celebrativa il terzino azzurro di tante notti stellari, delle vittorie in Coppa e Supercoppa Italiana, delle indimenticabili serate di Champions. Un numero a fare la differenza: 308, come le presenze in azzurro a cui, forse, manca soltanto l’ultima.
Il triennio a Benevento però è già il passato, perché il futuro potrebbe di nuovo far rima con De Laurentiis: stavolta non c’è l’azzurro di Napoli ma il biancorosso di Bari. Da un mare all’altro. Non c’è Aurelio, ma Luigi. E un’altra squadra da rilanciare ai piani alti del calcio italiano. A 39 anni da festeggiare tra qualche giorno, come un cerchio che non vuole ancora saperne di chiudersi.