C’è un ragazzino, a Padova, che fa sognare i tifosi. Scarta, dribbla, ride. Faccia pulita e un talento eccezionale. Arriva dalla Juventus e il suo numero preferito è il ’10’ ma non paragoniamolo a Del Piero. “Certi complimenti fanno onore ma non esageriamo con le similitudini! Il ’10’ bianconero, cresciuto qui, a Padova, è storia del nostro calcio”. Chiaro, Luca Clemenza, 21 anni. Che di Del Piero conserva gelosamente un ricordo. “L’ho incrociato per caso, a Vinovo, in uno dei suoi ultimi giorni lì. Stava per andarsene. Io ero giovanissimo e sono riuscito a malapena a chiedergli una foto”.
“Cheese”. Luca si mette comodo e, col sorriso sulle labbra, ci racconta l’altro ‘scatto’ che si porta dentro il suo album delle emozioni. “Il gol al Benfica!”. Quest’estate, nel torneo amichevole ICC, con la maglia della Juventus addosso: tiro a giro, potente, preciso, che si è infilato in un angolo impossibile da prendere. “Moralmente è stata una botta di energia positiva che non so ancora spiegarti. A fine partita chiunque, fuori dal nostro spogliatoio, mi ripeteva ‘mamma mia che c*** di gol hai fatto!”. Impressionato anche uno specialista di perle da fuori come Miralem Pjanic. “Si! In panchina diceva ‘ma questo come calcia? Ma questo come calcia?’ perché, oltre al gol, avevo calciato molto bene anche diverse punizioni”. E non è un caso che nelle prime due partite con il Padova, Clemenza abbia regalato due assist proprio da calcio piazzato. Cecchino col mirino. “Se c’è stato un prima e un dopo quella rete? Beh, si. E’ stato un modo per dire alla Juventus ‘ci sono anche io’, sempre nel mio piccolo, certo. E poi non ti nego che qualche squadra di serie A aveva iniziato a pensare a me”. Ma? “La formula del trasferimento con cui mi volevano non metteva d'accordo i bianconeri”. Luca però ci tiene a precisare una cosa. “Io, comunque, puntavo a continuare a crescere in B". La scintilla con il Padova è scattata subito. “E' la squadra che mi ha cercato con più insistenza fin da subito: ricordo che il direttore, Giorgio Zamuner, mi chiamò addirittura a fine campionato scorso. Ho voluto aspettare un po’ per capire le varie strade ma la mia prima scelta è sempre stata esattamente quella che poi ho preso”. Niente serie A, niente Palermo. Senza far polemica, solo con sincerità. Cosa promette ‘Cleme’ - così lo chiamano amici e compagni di squadra - ai suoi nuovi tifosi? “Salviamoci, alla faccia di chi non avrebbe scommesso un euro su di noi a inizio anno. Poi vediamo se si può puntare ancora più in alto”. Personalità.
Di modelli ne ha tanti. In particolare tre. “Pirlo. Un giocatore fuori dal comune con cui ho avuto anche la fortuna di allenarmi e confrontarmi. Mi ha fatto avere anche la sua maglia dei NYCFC. Poi mi fa impazzire Masut Ozil perché ha l’assist nel sangue. E Kakà. Il cambio del brasiliano è qualcosa di speciale”. Come Cristiano Ronaldo. Tac. Ecco un altro momento topico puntualmente immortalato. “Quest'estate me lo sono ritrovato davanti a me, così, all’improvviso. Non riuscivo nemmeno a parlare. Zero. Muto. Gli ho semplicemente chiesto una foto, poi pubblicata sui social”. Con una didascalia originale, ossia: “Senza didascalia”. Parlano le immagini. “Lo usavo alla playstation! Sceglievo il Real Madrid solo per giocare con Ronaldo. Ti rendi conto? Non avrei mai mai mai pensato di vedermelo alla Juventus”. Un ‘Dio’ sceso a Torino. “Ci siamo anche sfidati in un’amichevole in famiglia: irreale”. Playstation ok ma non troppo “altrimenti mi rimbambisco”. Altro hobby grazie. “Guardo un sacco di film! In estate mi piacerebbe imparare a giocare a tennis, mi affascina”. Con Max Allegri a bordocampo. “Ok?”. “Ok!”. Luca spiega. “Allegri ci tiene molto ai giovani. Mi sono sempre trovato benissimo con lui. Conte? Ero più giovane, ci ho fatto solo qualche allenamento. Penso non sapesse nemmeno il mio nome, chiamava tutti i più piccoli ‘ragazzino’”. A proposito di talenti in divenire. “Kean è un tuo grande amico? Abbastanza, abbiamo giocato insieme spesso. Per me è fortissimo. Anche se, quando giocava con noi in Primavera, voleva un po’ strafare. Sa di essere forte”.
Luca è uno generoso. Dove lo metti, gioca. “Con Grosso, in Primavera, facevo il mediano. Poi nel corso del tempo l’esterno d’attacco e il trequartista. Al Padova, per adesso, sto giocando mezz’ala offensiva. Devo migliorare in fase difensiva, mi sto applicando. In Italia è importantissimo”. Legatissimo alla famiglia, in particolare con la sorella. “L’ho già invitata qui! Lei e il suo ragazzo mi vengono a vedere spesso. Ho un bellissimo rapporto con loro. All’inizio sai, ci sono stati i soliti contrasti tra fratelli poi col tempo ci siamo legati tanto. Si è da poco laureata in giurisprudenza. Bravissima”. E tu? Studi? “Con i libri non ho mai avuto un grande rapporto”. Ottimo. Meglio fare un passo indietro. “I tatuaggi mi fanno impazzire. Ho un leone gigante sulla coscia ma quello a cui tengo di più è l’occhio di mia nonna che non c’è più, sul braccio sinistro. Per me ha gran valore”. Ama i cani e ne vorrebbe avere uno ma “come faccio? Bisogna seguirlo in tutto e per tutto. Non ce la farei con i tempi”. Onesto, Luca. Per cui adesso testa al campo e al Padova, la sua nuova sfida. In attesa di aggiornare la bacheca - Instagram - con la prossima foto ricordo.