Londra è senza dubbi la città del calcio, con le sue squadre, gli stadi che si fanno largo tra le case e fanno capolino tra i comignoli. Non ci stancheremo mai di passeggiare per le strade e sbirciare attraverso i finestroni, con quelle tende trasparenti, quasi a volere far entrare i timidi raggi del sole, nella speranza che da queste parti si faccia vedere un po' di più. Se Londra è la città dei sogni, basta allontanarsi giusto un po' per immergersi in una realtà totalmente differente, dove la quotidianità è molto diversa e si vive un mondo in bianco e nero. Il cielo uggioso non promette nulla di buono, l'ombrello riposto in fondo allo zaino ormai è una costante, ma per non farci trovarci impreparati dalle piogge improvvise, anche un giubbotto col cappuccio è vivamente consigliato. Il treno da prendere è quello della Tameslink direzione Bedford, che parte da East Croydon Station e attraversa tutta Londra, lasciando intravedere dal finestrino scorci magici e frammenti della città in movimento. Il prezzo del biglietto è di 16.10£ andata e ritorno in giornata. Posto finestrino, il migliore, soprattutto per dare un occhio curioso e scattare qualche fotografia del mondo che ci circonda. Il treno concilia il sonno e dopo poco abbandoniamo le nostre velleità da fotografi e crolliamo.
La strana casa
Arrivati a St Albans ci prepariamo a scendere, manca poco. Ributtiamo lo sguardo dal lato finestrino e ammiriamo la verde campagna inglese, un mondo differente dalla City londinese, pecore e mucche che pascolano felici in mezzo ai prati verdi. Il rumore degli aerei che atterrano al vicino aeroporto ci distraggono. Pronti a scendere. Luton Town è una scoperta nella scoperta, il paninaro dentro la piccola stazione ha l'aria annoiata e chiude presto, le macchinette sono sprovviste dei classici tramezzini, ma fortunatamente c'è il solito Starbucks che ci aspetta. Per "entrare in città" si passa attraverso il centro commerciale, che a occhio e croce è il punto nevralgico dell'allegra cittadina, che tanto allegra forse non è. Desistiamo dallo shopping e ci immergiamo nel grigiore della città, popolata da circa duecentomila abitanti, a maggioranza di religione musulmana. Lo intuisce subito vista la svariata presenza di moschee e negozi che vendono prodotti tipici, deliziosi. I baracchini di frutta fresca e il profumo di curry ci accompagnano verso Maple Road, dove s'intravedono i riflettori del Kenilworth Road, la "strana" casa del Luton Town Football Club.
I cappellai
La fila infinita di case vittoriane non finisce più, sbirciamo attraverso i finestroni, proprio come a Londra, ma non vorremmo essere inopportuni e continuiamo a camminare in direzione dello stadio. Luton è stata per molti anni la città famosa per la produzione di cappelli e infatti i tifosi del Luton Town vengono ribattezzati "i Cappellai". Il piccolo Luton Town balzò agli onori della cronaca nel 1988, anno magico in cui vinse la Coppa di Lega. Arriviamo dinanzi all'ingresso principale del Kenilworth Road, struttura costruita nel 1905. I tornelli arrugginiti e i cancelli scoloriti hanno quel non so che di affascinante, un piccolo angolo grigio nel mondo. Lo stadio è incastonato tra le case, tra i recinti dei giardini delle abitazioni, che bellezza.
Un pertugio
Siamo un po' restii ma imbocchiamo una stradina stretta, ci passiamo a malapena. Ad un tratto ci fermiamo e lo facciamo di nuovo, eccome, sbirciamo ancora. Ma non attraverso una finestra di una casa ma cerchiamo un pertugio tra una fessura del cancello dello stadio. Magnifico. Continuiamo a camminare, stando attenti alle bottiglie rotte e dopo aver evitato una asse da stiro appoggiata ad un lampione, prendiamo aria. Torniamo in un certo senso alla civiltà, su una strada principale dove il colpo d'occhio è magnifico. Da queste parti non socializzare con il vicino di casa è impossibile, le case sono tutte attaccate tra loro e danno quel senso di comunità, che in effetti a Luton è molto forte. Fortissima quella pakistana, ecco spiegato il profumo di curry che si disperde nell'aria assieme alla fuliggine dei comignoli attempati.
Dal 1905
Casa del club 1905, e nel 2019 è stato approvato il permesso di costruire un nuovo stadio più grande. Il Kenilworth Road è uno stadio all'antica, stretto tra anima e cuore delle casette di Ivy Road. Luton è una piccola grande comunità che viaggia a ritmi decisamente diversi dalla grande e inarrivabile Londra. Se abiti da queste parti prendi il treno per andare nella City nel weekend come fosse la gita del sabato. E a proposito di comunità, come dicevamo in precedenza, Luton è una città molto multiculturale.
Il carnevale di Luton
Il carnevale di Luton, uno dei più grandi carnevali d'Europa, attrae ogni anno un gran numero di visitatori che si mischiano agli abitanti del posto. Il carnevale si tiene il giorno prima dell'ultimo lunedì di maggio, ma le feste non finiscono qua. In onore della comunità irlandese presente in città, a Luton si celebra anche la festa di San Patrizio, a cui prendono parte un po' tutti. Gli immigrati irlandesi, un po' come successe a Glasgow, sono emigrati molti anni fa spinti da motivi lavorativi. Infatti nel 1905 nello stabilimento automobilistico di Vauxhall Motors di Luton, iniziò la produzione di automobili, e arrivarono operai sia da ogni parte del Regno Unito che dal lontano Pakistan. Purtroppo la Vauxhall Motors chiuse i battenti nel 2002, mettendo nei guai un sacco di persone.
L'anima cittadina
La città porta ancora in grembo i segni della crisi e gli strascichi della povertà hanno strappato via l'anima cittadina. Gli affitti delle case sono tra i più bassi del Regno Unito, con una media di 750£ si trovano appartamenti con due/tre camere da letto, con questa cifra a Londra affitti una stanza. Molti definiscono Luton una città triste e silenziosa ed effettivamente la prima impressione è stata proprio quella. In religioso silenzio, ci siamo seduti sul muretto di una delle tante case a meditare su cosa sia veramente questa città che profuma di curry. Da una parte il Kenilworth Road, con l'entrata (Oak Stand) dei tifosi ospiti che si confonde con le porte delle abitazioni, dall'alta una moschea immersa tra i baracchini di frutta fresca, mentre un signore con i capelli rossi canticchia una canzone, decisamente irlandese.
A cura di Antonio Marchese - Il calcio a Londra