In Spagna lo chiamavano ‘principe pigro’, in Italia si è scoperto mago. Gol, vittoria e sorriso ritrovato, bentornato Luis Alberto. Un pizzico di magia per risolvere una serata complicata. Perché se Milinkovic-Savic e Immobile fanno a gara per sbagliare il gol più facile, lo spagnolo ha la formula giusta per scacciare i fantasmi di un avvio complicato. Bacchetta magica e maledizione spezzata, come quella che ha sempre visto perdere Inzaghi contro Longo ai tempi della Primavera.
Con Napoli e Juventus si è visto poco e male, con il Frosinone è tornato decisivo. La preoccupazione si è trasformata in meraviglia. Luis è abituato alle metamorfosi, si trasforma in continuazione. Fenomeno nelle giovanili del Siviglia, poco considerato altrove per poi ritrovarsi al Deportivo. Dopo il primo anno alla Lazio voleva lasciare tutto. Poi si è scoperto il vero top player della squadra biancoceleste. Dodici gol e 21 assist tra campionato e Europa, stasera la prima rete da 3 punti.
Questione di numeri, come il numero 10 che si è messo sulle spalle dopo l’addio di Felipe. Fino a poco tempo fa il peso delle aspettative lo schiacciava, ora ride e segna. Si ritrova ancora. Merito dell’inseparabile mental coach Juan Campillo e della sua voglia di tornare a fare bene. Nel finale della passata stagione si è fermato sul più bello, ha dovuto saltare la decisiva sfida-Champions con l’Inter e questo gli brucia ancora.
Ha segnato, si è sbloccato ed è tornato a giocare come sa. Libero di creare. Scavetti deliziosi, corridoi invisibili a occhi normali, assist a ripetizione. In campo la timidezza si dilegua, lascia spazio alla fantasia. Luis Alberto è il mago della Lazio, traccia la strada in campo e con le parole: “Scorie Champions? Ci ha fatto male quell’episodio, ma quest’anno dovremo riprovarci. Dopo l’infortunio non stavo bene, era una situazione pesante. In questi 10 giorni lavorerò per tornare al meglio”. Ha detto lo spagnolo al termine della gara. Lavora, segna e ritrova il sorriso. La Lazio riabbraccia il suo mago.