Dallo striscione di contestazione dei tifosi fuori dal Sant'Elia alla bella vittoria in rimonta sul Sassuolo, passando per la conferma di Rastelli in panchina e il possibile addio del presidente Giulini. Sono ore caldissime quelle in casa del Cagliari, con le vacanze natalizie occasione anche per riflettere su decisioni e posizioni da prendere per il futuro. Tra l'incertezza generale, però, a brillare è una nuova stellina a tinte gialloblù: gialloblù ucraina. Ha il nome di Illia Briukhov, terzino sinistro classe 1998, la cui storia è moderna, curiosa, affascinante ed un pizzico romantica con, si spera, un bellissimo lieto fine.
Illia è un diciottenne di nazionalità ucraina che il Cagliari è riuscito a tesserare solo circa un mese fa grazie ad una recente interpretazione normativa della FIGC, la quale ha equiparato il suo status di “protezione sussidiaria” a quella di un calciatore comunitario. Questo poiché Illia non ha una storia come le altre, non è un ragazzo come tanti. Lui, infatti, è arrivato in Italia dalla lontana Donetsk assieme alla mamma, per sfuggire alla guerra civile che ha insanguinato quei luoghi ed un’intera nazione. E’ proprio durante quei mesi che il sogno di fare il calciatore, nonostante Illia fosse uno dei più promettenti giovane del blasonato Shakhtar, si scontra con la dura realtà e con il rischio di dover, forzatamente, abbandonare il pallone per imbracciare un fucile.
Arrivano le bombe, che cadono sulla città senza sosta e senza obiettivi precisi, e con loro arrivano i miliziani che fanno razzie lungo tutto il territorio. Vivere diventa quasi impossibile, i prezzi dei beni di prima necessità salgono alle stelle e la criminalità è ad ogni angolo. Non c’è spazio per una vita serena, figurarsi per i sogni di un giovane calciatore. Armati di coraggio, tra paura e voglia di un futuro migliore, Illia e la madre organizzano la fuga, che li porta sulle rive della Sardegna. Una nuova lingua da imparare, spazi, passioni ed amicizie da inventare. Ad essere rimasta sempre la stessa, la passione per il pallone e la voglia di continuare a correre su un campo di calcio di Illia. Castiadas e Muravera (società di Serie D) lo osservano (e provano in allenamento), lui risponde mettendo in mostra mezzi tecnici ed atletici da categoria superiore, ma c’è un ma. Un ma enorme per il calcio dilettantistico italiano, che consiste nell’impossibilità del tesseramento federale, essendo lui privo di documenti. Uno scoglio insormontabile per le due Società, ma non per il Cagliari che nota le qualità del ragazzo e lo porta con se ad inizio 2016 e gli si affianca tanto nel percorso di crescita sportiva quanto in quello della certificazione amministrativa.
Il resto è storia recente, con Illia che trova subito feeling con l’ambiente di Asseminello e i colori rossoblù, nel quale si attira simpatie e apprezzamenti di tutto lo staff tanto del settore giovanile, quanto della prima squadra e di Massimo Rastelli che, sebbene non lo possa ancora convocare, lo aggrega spesso alla prima squadra. Ottima corsa, piede educato e fame da vendere. Fisico forte ed atletico, Illia da inizio stagione fa parte, contemporaneamente, dei due gruppi rossoblù: prima squadra e Primavera, con l'allenatore Canzi che lo impiega anche come difensore centrale. Tanti gli allenamenti e le rifiniture in prima squadra, fino all’arrivo della notizia tanto attesa: grazie al lavoro del Segretario Generale Matteo Stagno, ecco notificato il placet per il possibile tesseramento.
Adempimento, questo, che ad Illia apre le porte del calcio vero, quello che conta. E, finalmente, gli regala la possibilità di restituire sul campo, con impegno e sacrificio, fiducia e scommessa fatta ormai circa un anno fa dal club di Giulini. Si arriva a 'ieri'. Appena possibile Briukhov viene convocato da Rastelli per tre gare di Serie A (con Chievo, Udinese e Pescara), assaggiando, seppur dalla panchina, l’odore degli stadi fino ad allora visti soltanto in televisione. L'esordio, da titolare, arriva nella gara di Coppa Italia a Marassi contro la Sampdoria. Sta realizzando il suo sogno, il giovane Illia, fra grandi amicizie e buoni consigli: quelli, soprattutto, di Bruno Alves e Marco Borriello, che lo hanno “adottato” dentro il rettangolo verde prima e durante i ritiri e le trasferte poi. Lo sognava il giovane Illia, quel sogno ora sta diventando realtà. Percorso preciso, fame da vendere, serietà ed un sogno che non vuole conoscere più ostacoli.
"Illia è un ragazzo molto serio e maturo per la sua età, già “adulto” in un certo senso. E’ evidente che il suo background non è quello degli altri ragazzi e, se da un lato ha rappresentato una sofferenza, dall’altro può diventare una sua forza. - le parole degli agli Avv.ti Alimonda e Pirisi, che assieme ad Andrea Bagnoli assistono il ragazzo - La sua vita lo ha già messo davanti a rischi e pericoli, così come a responsabilità e necessità di adeguamento. Tutte esperienze che, se trasformate in doti, torneranno certamente utili. Quando corre sulla fascia sinistra tutto ciò è evidente: ha una fame ed una voglia di arrivare fuori dal comune. E se il tutto è associato a piedi educati ed un’intelligente senso tattico, allora si può davvero sperare per il meglio.” E sognare, come Illia. Che in questi giorni, dopo più di due anni, tornerà a Donetsk per festeggiare il Natale ed il Capodanno, dove potrà riabbracciare il papà, i nonni e gli amici di sempre. E allora Buone feste Illia, ed in bocca al lupo...