Da Gent a Viterbo. Oltre 1400 chilometri, una settimana di prova, un sì. Jari come Litmanen, magari un buon auspicio. Nato nel giorno di San Valentino, lui con l’Italia nel destino e anche un po’ nel cuore. Grazie alla sua Luana (nata in Belgio ma da famiglia italiana) e al presente che dice Viterbese. Classe ’96, Jari Vandeputte la scorsa estate è approdato in Serie C, in gialloblù grazie al lavoro della DGP Management, e il primo grazie è andato “al presidente Camilli, alla sua famiglia e al club tutto per questa opportunità”.
Prima presenza, prima rete. Sì, perché gli esordi in Coppa Italia di categoria e in campionato per lui hanno fatto rima con gol: “E’ stato incredibile segnare alla mia prima presenza e davanti al nostro pubblico. C’era un’atmosfera incredibile grazie ai tifosi e questo è stato ulteriore motivo di stimolo. Mi sono sentito orgoglioso - ha raccontato ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com -. Il primo pensiero è andato alla mia ragazza e ai suoi genitori che mi hanno sempre aiutato. Sono felice di averli resi orgogliosi”. Giocatore tecnico Vandeputte, ala o trequartista, dotato di buone accelerazioni e buon tiro. E se non segna, fa segnare; finora è a quota 2 assist.
Si è dunque presto inserito nei meccanismi di Bertotto: “E’ bello lavorare con lui, è intelligente e conosce molto bene il calcio, inoltre gli piace il bel gioco. Possiamo fare una grande stagione, lui sa come motivarci ed io posso imparare tanto”. Non ultimo, Bertotto conosce tre lingue, inglese compreso. Vandeputte ancora è alle prese con l’italiano, finora forse l’avversario più ostico. “Calcio”, la prima parola imparata, il cibo invece uno dei primi modi per immergersi ancora più nella nostra cultura: “Molto meglio qui che in Belgio!”, e una risata ad accompagnare. Talento giovane e con tanta voglia di trovare spazio ed esprimersi in campo, ragazzo con hobby e passioni di qualsiasi altro 21enne, tra musica, e film e partite da vedere in tv.
“Le persone qui sono molto amichevoli e tutti cercano di aiutarmi in ogni modo. I tifosi qui amano il calcio per questo l’atmosfera è diversa rispetto al Belgio. Conoscevo il calcio italiano grazie alla Champions League. Ma il livello del campionato è alto, ed anche in C è così infatti sono felice di essere qui”. L’idolo? Sempre qui, in Italia, ma belga come lui: “Mertens, è troppo forte, mi piace il suo stile e credo che come tipologia non siamo così diversi”. Altro augurio, con l’ambizione di crescere qui avendo intanto la Viterbese come culla e gli obiettivi di squadra come trampolino con la consapevolezza che “è davvero bella l’atmosfera che si è creata nello spogliatoio, siamo amici, e questo è l’importante. Sarà la nostra forza durante la stagione”.