Per lui è sempre un derby. Le grandi sfide lo esaltano. Professione difensore, nel tempo libero studente universitario. Vuole diventare avvocato, come suo padre e come sua sorella. I libri di diritto e il pallone, le due grandi passioni della famiglia Magallan. Un aspetto che può rivelarsi un problema se il professore è tifoso del club rivale. “Venni bocciato a un esame perché giocavo nel Boca, mentre il prof tifava River. Ci sono molti antiboca. Non mi hanno valutato per quello che avevo studiato ma per qualcos'altro". È sempre un Superclasico per Lisandro, che da qualche settimana è un nuovo difensore del Crotone. Un arrivo nel calcio italiano che sarebbe potuto avvenire prima, visto che la Roma di Walter Sabatini lo aveva seguito a lungo nel 2013 quando giocava ancora nel Boca Juniors.
In quell’anno lasciò gli xeneizes, ma rimase in Argentina. Prestito di sei mesi al Rosario Central, visto che l’ex Roma Carlos Bianchi non lo vedeva e ritorno alla Bombonera. El Virrey non c’era più, al suo posto il Vasco Arruabarrena, che non esitò nel dargli una maglia da titolare nel Superclasico contro il River al Monumental. Il secondo dopo la retrocessione. Sotto una pioggia torrenziale, una sua conclusione in estirada portò in vantaggio il Boca, mentre a firmare il pareggio nel finale fu l’attuale capitano della Fiorentina, German Pezzella. Primo gol in carriera nella partita più importante, per quello che veniva indicato come l’erede di Walter Samuel.
A paragonarlo per primo all’ex Inter, Roma e Real Madrid, fu un suo compagno di squadra, un idolo del Boca che poi sarebbe diventato anche il suo allenatore, Guillermo Barros Schelotto. “Stavamo per salire sul pullman prima di una partita contro l’Independiente e mi disse che gli ricordavo Samuel. Sono rimasto congelato. Che Guille mi abbia paragonato a un giocatore della nazionale è stato incredibile e mi chiedevo cosa avesse visto”. Aveva rivelato il classe ’93 a Olé.
Da Licha (abbreviazione di Lisandro) a Cacique (il capo della difesa), soprannome che gli ha dato Tevez dopo il ritorno dalla Cina, per come lo ha trovato maturato. Capitano della nazionale Sub-20 in cui c’erano anche Icardi, Iturbe e Centurion, il difensore cresciuto nel settore giovanile del Gimnasia subì la rottura del crociato nel 2014. Un infortunio che gli fece perdere la titolarità al Boca e che lo costrinse ad andare in prestito al Defensa y Justicia. Poi ancora Boca Juniors dove ha ritrovato Schelotto, stavolta nelle vesti di allenatore. Con lui ha raggiunto la finale di Libertadores persa contro il River a Madrid. L’ultimo capitolo della sua storia con gli azul y oro. Poi il passaggio in Europa, all’Ajax. Solo sei mesi con i lanceri, che se lo ricordano soprattutto per un episodio: entrata in campo all’89’ della semifinale di ritorno di Champions contro il Tottenham ed errore decisivo sul terzo gol degli inglesi.
L’esperienza ad Amsterdam si concluse con il campionato vinto, poi il prestito all’Alaves dove ha trovato continuità nella salvezza dei baschi. Dal nord della Spagna al sud dell’Italia, in una neopromossa che vuole compiere un’altra impresa dopo quella targata Nicola nel 2017. A 27 anni Magallan può ancora dimostrare di essere un difensore di livello, nel campionato in cui Samuel si è consacrato tra i migliori. Adesso tocca a lui.