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Data: 21/10/2016 -

L'infortunio, la ripresa, gli insegnamenti di Del Piero e Bonucci, la sua Castellammare. Matteo Liviero si racconta: "Noi calciatori siamo privilegiati"

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Ha il sorriso timido, di chi vive ogni giorno da calciatore come un regalo. Un modo di pensare, quello di Matteo Liviero, che gli permette di dare il meglio di sé tutte le volte che scende in campo. C’è riuscito domenica scorsa, quando con un gol e un assist ha dato il via al trionfo della Juve Stabia, vittoriosa contro il Foggia, capolista fino alla sconfitta del Menti. Una partita di quelle che segnano la svolta in una stagione. Ma guai a parlare già di promozione. “E’ presto per fare i conti, ne riparliamo a marzo. Ora ci tocca ragionare una partita per volta e fare tutto ciò che possiamo per vincerle tutte” esordisce Liviero a gianlucadimarzio.com.

Da Castelfranco, provincia di Treviso, a Castellammare, provincia di Napoli. Due realtà che a parte le prime lettere, hanno poco in comune, ma che Liviero ha imparato ad apprezzare. “So anche parlare un po’ in dialetto, sono diventato uno scugnizzo adesso! Il cibo è buonissimo, poi c’è sempre il sole e svegliarsi guardando il golfo e il Vesuvio infonde una serenità incredibile. Qui mi sento a casa, per questo sono stato felice di tornare dopo l’esperienza in Serie B” confessa Matteo, che aveva già giocato con la Juve Stabia nella stagione 2013/14. Ma il borgo natio ha sempre la sua importanza: “Anche in Veneto si vive bene, poi è dove sono cresciuto. Non è facile essere così lontani dalla propria famiglia”.

Solo ventitré anni, e già s’è trovato sul punto di dover smettere di giocare a calcio. Nel 2012, un infortunio l’ha costretto ad un intervento chirurgico al rene. “Mi avevano detto che la mia carriera sarebbe potuta finire. Da quel momento, ho cambiato il modo di guardare la vita. Ho imparato ad accettare tutto ciò che non posso cambiare, e darmi da fare per modificare tutto quello che è nelle mie possibilità. Senza chiedermi perché mi sia capitato tutto questo” racconta Liviero. Un episodio che l’ha reso ancor più grato di poter vivere il sogno di molti giovani come lui: “Questo atteggiamento nasce dal basket, di cui sono un grande appassionato – spiega Matteo – lì molti campioni si rendono conto della fortuna che hanno, tipo LeBron James. Noi sportivi siamo dei privilegiati”.

Una maturità fuori dal comune, nata anche grazie agli insegnamenti che ha ricevuto durante il percorso nel settore giovanile della Juventus. Ha esordito anche in prima squadra, Liviero, in uno Juventus-Salisburgo di Europa League di sei anni fa. In campo, c’erano anche Del Piero e Bonucci: “Alessandro aveva un modo incredibile di rapportarsi ai giovani, poi con me ha sempre avuto un occhio di riguardo perché Castelfranco e Conegliano sono molto vicini, quindi eravamo quasi compaesani. Aveva l’atteggiamento tipico del campione, che arricchisce i compagni e trasmette ciò che ha imparato in tanti anni di esperienza”. Di Bonucci, invece, aveva già notato una personalità esuberante. “Leo era così dentro e fuori dal campo. Da lui ho cercato di imparare la capacità di trasformare un evento negativo in opportunità. Mi ha impressionato la crescita a livello mentale che ha attraversato passando così velocemente dalla C alla A in pochi anni, e adesso è uno dei migliori centrali del mondo” racconta Liviero. Una scalata, questa, che in cuor suo Matteo spera di vivere, un giorno: “Credo sia il desiderio di ogni calciatore. D’altronde, non avrebbe senso giocare senza avere l’ambizione di raggiungere i traguardi più prestigiosi”. Col sorriso, ovviamente.

Tags: Lega Pro



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