L’incantesimo si è spezzato ed il sogno svanito. Il Catania perde il derby al Massimino con il Trapani e lascia, come fosse un passaggio di testimone, anche il secondo posto - per scontri diretti persi - ai granata. Addio di conseguenza alla rincorsa sul Lecce capolista, ormai irraggiungibile o quasi. Ennesima prova di maturità fallita, l’ultima e la più concreta.
Il sogno della promozione diretta finisce qui e adesso non resta che pensare ai playoff. Una sconfitta doppiamente amara, forse anche troppo. Ai rossazzurri sembra quasi tremino le gambe di fronte al proprio pubblico. Troppa responsabilità, troppa grandezza a cospetto di un Catania non ancora così grande. Anzi, addirittura troppo poco maturo per accogliere così tanta responsabilità. Quasi diciannovemila tifosi hanno colorato oggi il Massimino. Il popolo rossazzurro si sente adesso tradito, deluso. Chi ha lasciato lo stadio addirittura prima, chi ha preferito aspettare il triplice fischio ed esternare l’amarezza. Per il Trapani gioia finale e applausi anche dai tifosi rossazzurri capaci di riconoscere il valore degli avversari, bravi a farla da padrone nel primo tempo e a gestire nel secondo. I fischi finali riservati al Catania, invece, hanno preso il posto della speranza iniziale, il risultato ha invitato a guardare in faccia la triste realtà. La stessa che adesso lascia speranze solo ai playoff, il Catania ha spezzato l’incantesimo con le proprie mani, con i propri limiti. Il sogno della promozione diretta di una città è svanito.