Il Leicester di Claudio Ranieri è campione d’Inghilterra e finalmente Riccardo III ha avuto la sua vendetta, a distanza di 531 anni dalla sua morte. Perchè in questa incredibile “farytale” è ormai chiaro come ci sia stata l’influenza spirituale di Riccardo III, il re che perse il trono d’Inghilterra morendo nella battaglia di Bosworth Field il 22 agosto 1485.
Vi chiederete cosa c’entra la vittoria delle Foxes con uno dei Re più controversi della storia d’Inghilterra, ma tutto ha una spiegazione, soprattutto nella più grande favola della storia del calcio. Nel 2012, nella città di Leicester, durante gli scavi per un parcheggio, vennero ritrovati i presunti resti di Riccardo III. Dopo due anni di ricerche, il 4 febbraio 2013, gli esperti dell'Università di Leicester, confermarono l’autenticità delle spoglia del regnante. Grazie a questo ritrovamento, divenuto un vanto per tutta la città , il 26 marzo del 2015 i resti del Re vennero riinumati in una nuova tomba, all’interno della Cattedrale di Leicester.
Riconsegnare gli oneri dovuti ad un Re d’Inghilterra, dopo cinque secoli di oblio, ha aperto idealmente un vaso di Pandora al contrario: le spoglia di Riccardo III hanno liberato a Leicester un’aura magica, che ha investito anche le Foxes. Come in ogni favola che si rispetti, da quel momento il Leicester ha spiccato il volo: 45 partite in Premier League con solo 4 sconfitte, numeri che hanno regalato una salvezza insperata lo scorso anno e il magico trionfo in Premier League di quest’anno. Riccardo III ci ha messo oltre cinque secoli per covare la sua vendetta. Il tradimento che subì prima di cadere in battaglia, la sua sepoltura senza onori funebri e la distruzione della tomba voluta da Enrico VIII, sono stati vendicati. Una rivincita simbolica per quell’Inghilterra ingrata e traditrice che gli tolse il regno, avvenuta su un campo di calcio, per mano di una squadra ritenuta vittima sacrificale di questa Premier League. Tutto vero, o è tutto figlio di una mistica immaginazione? Questo non possiamo saperlo, ma ci piace pensarlo, perché questa stupenda favola calcistica non potrebbe avere altra spiegazione.
di Marco Juric