Un 7-2 che fa male, ma Liverani non si arrende. E nemmeno si nasconde. "Penso che il primo tempo sia stato giocato alla pari", dice. "Abbiamo recuperato due gol, e non era facile visto il nostro avversario. Poi abbiamo anche provato a giocare a calcio, ma i nostri avversari si sono imposti", dice. Parlando delle differenze di organico e della bravura dell'Atalanta non solo nella partita al "Via del mare", ma in tutto l'anno.
Sempre ai microfoni di Sky, poi, l'allenatore è tornato a parlare sulla decisione di rinviare le partite. "Voglio essere chiaro. E lo dico con tutta la serenità possibile" dice. "Io credo che ci siano delle priorità in questo Paese: quella della saluta è del Governo. Il Governo ha stabilito di giocare partite a porte chiuse. Secondo me i tempi e i modi non sono stati da calcio, ma non importa. La Lega però è garante di 20 squadre, non di solo 7-8 club: avrebbe dovuto far slittare di una giornata e trovare un turno infrasettimanale".
"Difficile cambiare le date"
Il problema sulle date, secondo Liverani, è davvero grave: "Da statuto" spiega, "se la Lega stabilisce una data, quella difficilmente si può cambiare. Se i club non sono d'accordo sull'anticipare le partite del 13 maggio, allora bisognerà giocarle in quel mese" ha proseguito, sapendo che quanto detto dal suo presidente potrebbe quindi non avere l'esito sperato. Quando ci saranno meno partite vere, non dico non regolari, ma chiaramente con meno tensione agonistica, soprattutto per chi ha magari raggiunto già i suoi obiettivi".
"A livello di statuto e legge, la Lega non può più nulla" continua Liverani. Per poi concludere con rammarico: "Abbiamo fatto, e io mi ci metto pure in mezzo, una lotta nel dire che il calcio è bello e vero: un campionato così da 7 anni non lo avevamo. Andare a prendere una decisione non lineare per me non è stata una scelta corretta e coerente".