Vedi Felipe Caicedo nel recupero e pensi subito a Cagliari-Lazio. Era il 16 dicembre 2019 e la pandemia ancora non aveva sconvolto le nostre vite. Da quel giorno è cambiato tutto, tranne il feeling dell’ecuadoriano con i gol all’ultimo minuto.
Il 98 per l’esattezza, all’Olimpico di Torino come alla Sardegna Arena: quasi un anno dopo altri due gol rimontati nel recupero. È cambiato soltanto il risultato (da 1-2 a 3-4), non la sostanza di una vittoria da batticuore, racchiusa tutta nella corsa finale di Inzaghi e l’abbraccio coinvolgente con la squadra. Stavolta vero e non virtuale, come purtroppo ci ha abituato il periodo storico.
Dopo giorni difficili, passati a fare la conta degli indisponibili e una trasferta a Bruges affrontata con 13 giocatori disponibili, ecco la vittoria più bella. Arrivata ancora nel modo meno atteso, quando un grave errore di Hoedt sembrava ormai aver compromesso il risultato.
L’uomo dell’ultimo minuto
"Abbiamo recuperato con lo spirito, questa squadra non molla mai e io lavoro per momenti così”. Felipe Caicedo è sempre più uomo della provvidenza per la Lazio. Tra la scorsa e la stagione appena iniziata 4 dei suoi 11 gol in Serie A sono arrivati infatti oltre il 90esimo. Tutti pesantissimi. Prima di Cagliari e Torino c’era stata anche Reggio Emilia: la squadra di Inzaghi è sull’1-1 contro il Sassuolo, poi arriva la solita zampata della ‘Pantera’. Era successo già nella stagione 2017/18, la prima con l'aquila sul petto, con il 2-1 segnato in casa della Sampdoria nel recupero.
Anche oggi è stato il più lesto di tutti nel credere nel pallone vagante in area di rigore e regalare in spaccata un altro grande sorriso ai suoi tifosi e una sconfitta bruciante a quelli avversari. Stavolta è toccato al Torino, al peggior avvio della sua storia in Serie A (un punto in cinque partite) e rimontato ancora come contro il Sassuolo poco più di una settimana fa.
“Ha dimostrato di essere un giocatore importantissimo”, ha detto Inzaghi del suo attaccante, già a segno quest’anno nella sconfitta dell’Olimpico per 4-1 contro l’Atalanta. Un gol che non aveva portato punti: “Ma era stato uno dei migliori in campo”.
Sliding doors
Ne ha impiegato di tempo l’ex Manchester City prima di conquistare il cuore dei tifosi della Lazio. Arrivato in biancoceleste nell’agosto del 2017 dopo un’infanzia difficile e una carriera da giramondo in cui è finito anche in Russia e negli Emirati Arabi (LA STORIA), negli anni è diventato molto di più della ‘riserva di Immobile’. Nella Capitale è stato criticato per mesi: ‘Non è freddo sottoporta’, gli imputavano. Tutto colpa di quell’errore di Crotone nel 2018, solo davanti a Cordaz, che costò alla Lazio una fetta di qualificazione in Champions League. Controllo di destro, palla sul sinistro e un innocuo pallonetto. Poteva essere il gol del vantaggio, rendere inutile quel drammatico Lazio-Inter e svoltare in anticipo anche la sua esperienza biancoceleste.
Il 32enne di Guayaquil invece non ha mai smesso di lavorare: testa bassa e umiltà, anche in campo grazie a uno stile di gioco elegante e orientato al gioco della squadra più che agli obiettivi personali. Una storia personale cambiata a marzo 2019: si gioca il derby con la Roma, la sfida più sentita, e Ciro Immobile dà forfait nel riscaldamento. Tocca a Caicedo, lui risponde presente. Imbucata di Correa, Olsen a terra e palla appoggiata in rete. Poi la corsa a prendersi finalmente l’affetto dei tifosi: "Ricordatemi per questo gol, non per l'errore contro il Crotone", dirà a fine partita. Terza rete in quattro partite dopo Frosinone e Empoli, strappo ricucito.
E pensare che, con l’arrivo di Muriqi, nell’ultima sessione di calciomercato sembrava di nuovo destinato a partire. Inzaghi poi l’ha voluto però ancora con sé. Attaccante di scorta, eroe del derby e ora anche uomo last-minute: Felipe Caicedo si è preso la Lazio.