La Lazio e Simone Inzaghi: una storia d’amore a cui aggiungere un nuovo capitolo, ora che l’ormai ex allenatore della Primavera biancoceleste è stato designato come successore di Pioli. Tra l’altro, la promozione ad allenatore della prima squadra arriva come una di regalo di compleanno, sì, perché proprio oggi lo stesso Inzaghi compie 40 anni ed ha parlato così ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3: "È una sensazione bellissima festeggiare il compleanno ed il primo allenamento nello stesso giorno. So che la Lazio sta vivendo un momento un po' cosi, ma ho visto la massima disponibilità da parte dei ragazzi. Ora non ci resta che cominciare a lavorare! Sono pronto”.
Il nuovo allenatore biancoceleste ha poi parlato a SoFoot.com: "Ricordo la mia prima stagione in Serie A come se fosse ieri, in panchina c'era Giuseppe Materazzi, papà di Marco, a cui devo molto. Ha avuto fiducia in me, all'esordio giocai contro la Lazio, la squadra che sarebbe entrata a far parte della mia carriera. Un bel segno del destino. Arrivato Roma ero un po' preoccupato, dovevo sostituire uno come Christian Vieri. Ricordo tutto, la Supercoppa Europea vinta contro il Manchester United, i gol in campionato, Champions League e Coppa Italia".
Poi la Nazionale, in cui ha giocato con il fratello Pippo: "La prima fu un amichevole contro la Spagna, con Zoff in panchina. Poi, per dieci minuti, giocai al suo fianco in attacco con l'Inghilterra, una soddisfazione incredibile. Un peccato non aver giocato nello stesso club, avremmo potuto dare tanto visto che non abbiamo lo stesso stile di gioco". E il ritiro: "Ho smesso presto per dei problemi fisici, in particolare alla schiena, ma sono contento di quello che ho fatto. Quando ho deciso di lasciare avevo già un accordo con Lotito e Tare per allenare nelle giovanili, ho vinto due volte la Coppa Italia e una Supercoppa con la primavera. Oltre ad una finale Scudetto". Intanto suo fratello Pippo si è preso un anno di pausa: "Sta continuando a studiare e si sta preparando per riprendere posto in panchina il prossimo anno. Speriamo che entrambi possiamo avere una bella carriera da allenatore. Gli attaccanti in Italia? Ci sono molti stranieri, penso che questo sia il problema principale del nostro calcio. L'attaccante della Nazionale, Pellè, ha dovuto lasciare l'Italia. C'è qualcosa che non va, dobbiamo investire nei nostri settori giovanili. E soprattuto investire sugli italiani più che sugli stranieri". E gli "Inzaghi"? Sono in via di estinzione? "In parte è vero. C'era Paloschi in Serie A che è andato a giocare allo Swansea questo inverno per trovare la felicità". Simone è stato per molto tempo l'unico giocatore ad aver segnato quattro gol in una partita di Champions. E Pippo? Invidioso? Assolutamente no: "E' contento che abbia stabilito io questo record (poi battuto da Messi e Luiz Adriano che hanno segnato 5 gol in una sola partita di Champions, ndr). Lui ci è andato vicino contro il Deportivo de La Coruña nel 2002, ha segnato una tripletta e ha colpito una traversa. Ma potete immaginare due Inzaghi con lo stesso record? Io resto l'unico italiano ad aver segnato quattro gol in una partita di Champions League. Ricordo sempre questo prima con orgolio e amo parlarne". Due fratelli innamorati del pallone: "Leggevamo ogni giorno la Gazzetta dello Sport, passavamo il tempo a leggere le formazioni. Siamo cresciuti a San Nicolò, un piccolo borgo a 5 minuti da Piacenza. Proprio a Piacenza abbiamo iniziato a giocare nelle giovanili fino ad arrivare in prima squadra, lui in Serie B e io in Serie A. Pippo era il mio modello, la mia ispirazione. E non solo da bambino".