Questa è la storia di un attaccante nato. Sempre avanti, Lorenzo Rosseti. Un numero 9 che non vuole più fermarsi: “Non giocavo da novembre, adesso mi sento libero”. Rinato. E ovviamente con la testa fissa sul pallone. Girate pazzesche, come il gol contro il Cittadella all’esordio con l’Ascoli: “Quel colpo di testa è stata una liberazione, per tutto quello che è successo in questi mesi. È stata la prima cosa a cui ho pensato”. E così il buio si trasforma in un bianconero luminoso e pieno di passione. Dalla Svizzera all’Italia, finalmente di nuovo a casa. In Serie B: “Il gol al Tombolato mi ha sbloccato mentalmente. Mi ha fatto ricredere ancora di più in me stesso. Per ora è stata una partenza buona. L’importante sono i risultati, ma spero di fare più gol possibili”.
Cuore caloroso ma piede freddo, per credere riguardare il calcio di rigore nell'ultima partita contro la Pro Vercelli. Determinazione la parola d’ordine. Perché entrare nel mondo di Lorenzo è subito una piacevole scoperta, viaggiando attraverso le sue sfumature.Tonalità completamente bianconere. In origine Siena, adesso Ascoli. Nel mezzo, però, un percorso ricco di esperienze: dalle tournée con la Juventus fino all’ultima stagione a Lugano. Stessi colori e sensazioni diverse: “Ci sono stati diversi momenti bui. Ho rotto il menisco e il crociato. E poi, per ultima, l’ernia al disco: l’ultima sfortuna, quella che mi ha fatto saltare l’Europeo con l’Under 21”.
Allenamenti e...asta
Intanto il presente, fatto di gol, sudore e...’Fantacalcio’. Allenamento al mattino, intervista in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com alle 15 e "asta nel pomeriggio”. That’s Rosseti. “Mi ritrovo con i miei compagni, il team manager e lo staff dell’Ascoli: ci sediamo al tavolo e giochiamo”. Inevitabile, dunque, scoprire quale sarà il suo top player dell’attacco. Risposta secca: “Mi serve uno che segni tanto, semplice”. Uno con la sua stessa carica e motivazione. Un calcio fatto di velocità e potenza. Pensiero verticale,da prima o seconda punta. In una parola: completo. Ed è per questo che l’Italia, adesso, ha riabbracciato il suo talento. Cancellando il delicato problema alla schiena dell’ultima stagione a Lugano, segnato dall’amara rinuncia ad un Europeo Under 21 da protagonista: “Mentre i miei compagni giocavano ero a casa a tifare per loro”. Tra nostalgia e dispiacere, ma con il cellulare in mano: “Con i compagni della Nazionale ho una chat WhatsApp, siamo in otto nel gruppo: scrivevo sempre per farli l’in bocca al lupo”.
Dall’azzurro al bianconero
Perché adesso Lorenzo ricomincia. Acqua passata gli infortuni, capitoli duri in una storia colorata di passione e talento. Sì, Rosseti, ora, pensa solo al gol: il simbolo del suo desiderio per riconquistare la realtà. Quella italiana, quella del suo calcio verso l’area di rigore. Senza avere paura di niente e disposto a piegare tutti i limiti pur di segnare. Lo ha fatto ovunque, Lorenzo. Identikit di un giovane calciatore col destino bianconero, anche in America: “Quest’estate ho fatto l’inizio a Vinovo per recuperare. Piano piano ho iniziato a stare meglio. Sono andato a Boston e ho fatto cinque giorni con la prima squadra”. Attimi unici, già, soprattutto assieme ai due argentini: “Mamma mia, Dybala e Higuain dal vivo sono ancora più forti”. Dalla tournée con la Juve alla calciomercato, perché “l’Ascoli ha da subito creduto in me. Sapevo sarebbe stata la scelta giusta. E l'ho capito ancor di più quando Maresca ha chiesto informazioni sul mio conto proprio a Dybala". Insomma, referenze importanti.
Ragazzo spigliato, Lore. Calciatore tutto perseveranza e dedizione. Lavoratore. A volte, però, è giusto staccare: “Come mi rilasso? Beh, mi piace andare a pesca. Vado con un mio amico, ma non sempre abboccano. Noi puntiamo al pesce Siluro, ma è davvero difficile da prendere”. E poi lo sport, non solo calcio. Dalle foto di Valentino Rossi sul profilo Instagram alla passione per il Tennis e l’NBA: “Alla tv guardo di tutto, adoro quando ci sono le Olimpiadi”. Fino al calciomercato, “non ci perdo la testa, però voglio essere sempre aggiornato sui movimenti dei miei compagni”.
Il tutto con l’arcobaleno bianconero che si ripete di nuovo, anche ad Ascoli. Con una fame assoluta, un desiderio immenso di stupire. Rialzandosi sempre. E “se a gennaio fossi stato bene fisicamente, in Italia sarei tornato prima. Adesso, qui, ho ottenuto c’è che desideravo”. Credendo in sé stesso, parole a caso? No, “sul braccio mi sono tatuato ‘Belive in your self’, poi ho anche il nome di mio fratello”. E quelle linee nere sul braccio? Ricordano quelle di...”no, fuori strada: non ho preso spunto da Dybala, quando le feci non ero a conoscenza di quelle di Paulo”. Anche se La Joya è meglio averla sempre vicina, per questo “al fantacalcio farò di tutto per prenderla. Dybala è una garanzia”. Storia di un attaccante nato, proprio come Rosseti: un numero 9 che non vuole più fermarsi.