Una favola terminata anzitempo. Perchè per Nevio Scala il Parma sarebbe dovuto essere proprio così. Poi qualcosa è andato storto: un rendimento al di sotto delle aspettative ha generato una vera e propria rivoluzione con tanto di esonero dell'allenatore Apolloni e dimissioni del presidente, lo stesso Scala, seguite anche da quelle dei soci Minotti e Galassi: "È stato bello credere in un progetto a lungo termine e fare un calcio diverso. L'anno scorso un'annata straordinaria con più di diecimila abbonati nei dilettanti; quest'anno dopo due mesi e mezzo la squadra non ha fatto prestazioni eccelse ma eravamo a 4 punti dalla prima e la proprietà ha deciso di esonerare l'allenatore senza passare attraverso di me, il presidente - ha dichiarato Scala a 'Radio Rai' - così che ho detto che non era il modo di affrontare la situazione e ho deciso di non continuare nel mio ruolo visto che era stato esonerato chi avevo scelto io".
L'ex presidente non ci sta: l'amarezza è davvero tanta. "Sono deluso e rammaricato, speravamo in una gestione diversa con logiche differenti. Era un progetto condiviso e studiato nei minimi particolari coinvolgendo la gente e dicendo loro che si poteva fare un calcio pulito. Quando guidavo il mio Parma nel 1989/90 dopo sei sconfitte mi fu rinnovato il contratto dal presidente ed andammo in A in un balzo. Un po' come ha fatto l'Atalanta con Gasperini quest'anno: dopo le difficoltà iniziali ora è l'eroe. Questa del Parma secondo me è stata una decisione affrettata: la proprietà è padrona ma ha agito in modo deludente. Noi siamo sereni per come abbiamo lavorato, tornare indietro sarebbe difficile. Sono dispiaciuto dal silenzio dei magnifici sette - i soci del club, ndr - che hanno elaborato il progetto con me, a parte uno che mi ha esternato tutta la sua disapprovazione".
Eppure, voltare le spalle al Parma è davvero impossibile, anzi: "Spero di vedere presto il Parma in Serie A: c'è un po' di amarezza ma la vita continua"