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Data: 03/05/2018 -

“La vita fa schifo, mi serve un lavoro”. La rivincita di Robertson con il suo Liverpool sei anni dopo il tweet diventato virale

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“La vita a questa età fa schifo senza soldi. Ho bisogno di un lavoro”. Un tweet di sei anni fa che nelle ultime ore sta facendo il giro del mondo. A scriverlo era Andrew Robertson, difensore classe 1994 ora al Liverpool. Un momento di delusione per lui che a diciott’anni non aveva alcuna certezza sul futuro mentre vestiva la maglia di un club amatoriale della terza divisione scozzese. Una carriera promettente che faticava a decollare ma che negli anni successivi lo ha portato al Dundee United prima e al trasferimento in Premier League per vestire la maglia dell’Hull City prima e del Liverpool poi.

Quante cose sono cambiate da allora, nella serata di ieri all’Olimpico - con la squadra di Klopp - Robertson ha festeggiato l’accesso alla finale di Champions League e proprio nelle scorse ore la frase scritta nell’agosto del 2012 è venuto alla luce. A ‘scoprirlo’ è stato il compagno Alex Oxlade-Chamberlain, che non potrà giocare la partita che chiuderà la stagione dei Reds e a causa del brutto infortunio sofferto proprio ad Anfield una settimana fa. “Orgoglioso di te campione, il duro lavoro paga sempre”, ha scritto sotto il tweet del compagno.


Non sono mancate nemmeno le parole di chi ha voluto sottolineare che, rispetto alla vita da “squattrinato” di sei anni fa, la valutazione di Robertson oggi corrisponde a circa 40 milioni di sterline. Una rivincita conquistata e festeggiata con il suo Liverpool, le insicurezze di sei anni fa sono ormai lontane e il giocatore può guardare sorridendo quel tweet ora che ha conquistato la finale di Champions League e con la sua squadra proverà ad arrivare in cima all’Europa.

“Che sensazione, siamo in finale! Ci vediamo tutti a Kiev” aveva poi twittato lo stesso difensore dopo il fischio finale; e in zona mista aveva anche aggiunto: “Quando giochi nel Queen’s Park o in altre squadre minori la possibilità di arrivare a questi traguardi non ti sfiora nemmeno”. Sicuramente non ci pensava sei anni fa, chissà cosa prova oggi Robertson ripercorrendo nella sua mente la carriera di sacrifici fatti per arrivare dove è ora con il suo Liverpool.




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