"Personalità
da vendere, buonissima tecnica. Bravo in tutte le due fasi, mentalmente
fortissimo". Il primo impatto spesso dice molto, se non tutto. In
campo, ok. Ma fuori? "Di un'umiltà straordinaria, anche un po' timido,
ma era normale: Lucas arrivava dall'altra parte del mondo, non capiva
nemmeno la nostra lingua". Immagini, parole e ricordi firmati Giampaolo,
Federico. Non Marco, l’inventore di quella macchina perfetta chiamata
Sampdoria, quella dove Lucas (Torreira) ha iniziato a farsi conoscere al
mondo, senza mai più smettere di brillare. Ma l'altro, Giampaolo. Come
il fratello anche lui allenatore, dopo aver passato buona parte della
vita a fare gol con le maglie (tra le altre) di Verona, Spezia e
Palermo: quel Federico, primo allenatore di Torreira al suo arrivo in
Italia. "Era il 2013, allenavo la Primavera del Pescara. Il
transfer di Lucas sembrava non arrivare mai, ma lui aveva
iniziato ad allenarsi con noi...”.
TORREIRA STORY
Da
Fray Bentos, capoluogo da 23mila abitanti del dipartimento di Rio
Negro in Uruguay, a Pescara: biglietto di sola andata. Eccolo il primo
Lucas Torreira: “Arrivato giovanissimo. Diciassette anni appena, ma
aveva già benissimo in mente dove voleva arrivare” racconta Federico
Giampaolo a GianlucaDiMarzio.com,
a due giorni dalla prima gioia (in pochi minuti trasformata in
doppietta) in Serie A: “Devo ancora vedere le reti, ma mi hanno detto che ha fatto un grandissimo gol su punizione
mettendo la palla sotto all’incrocio. Giusto?". Esatto. “Ha scelto un
modo banale per regalarsi il primo gol in A". Sorride Federico, che
riavvolge il nastro fino alla prima immagine di Lucas: "Un ‘piccoletto’,
col suo Mate sempre al seguito. E all’inizio un po’ tutti ci siamo
chiesti se la sua statura - 167cm di
intelligenza pura - potesse rappresentare un problema”. Dubbi, spazzati
via già al primo allenamento. “Rispetto ai ragazzi della sua età era due
passi avanti, soprattutto a livello di testa”. E infatti di quella
squadra Lucas diventa in fretta capitano. “Perché aveva un carisma e una
personalità fuori dal comune per la sua età: aveva già in testa
l’obiettivo da raggiungere, quello di arrivare a fare il calciatore
professionista”.
"ERA UNA SECONDA PUNTA..."
Pallone
tra i piedi e sguardo fisso alla... porta. “Eh già, perché Torreira in
Italia è arrivato che era una seconda punta, in Uruguay giocava così:
ottima tecnica, grande dribbling. Quel ruolo aveva dimostrato di poterlo
fare bene”. Fiuto del gol e piedi buoni, eccolo Lucas: professione
(oggi) centrocampista, con un passato da attaccante. Là davanti, dove da
subito si dimostrò capace di attirare l’attenzione di Giampaolo. “Mica
io però, a rimanerne stregato in tempi non sospetti fu mio fratello”. È
il 2013. “Marco era venuto a vedere una partita della Primavera a
Pescara e mi disse: “Ma chi è quel ragazzino? È bravo tecnicamente, sa
giocare”. “Guarda è arrivato da poco, è uruguaiano, si chiama Torreira”.
Oggi giocatore fondamentale della Sampdoria targata Giampaolo, Marco.
“Che qualche anno dopo se lo trovò a Genova: di Lucas e di questo
episodio riparlammo quando si ritrovarono assieme”. I Giampaolo nel
destino, di questo ‘piccoletto’ sbarcato in Italia con la missione di
diventare un campione. “Ad accoglierlo quando è arrivato c’ero io, Marco
lo ha poi migliorato e perfezionato. Nella sua carriera ha avuto a che
fare con buona parte della famiglia - sorride Federico - ma il merito
di dove è arrivato è sicuramente tutto suo”.
CARTOLINE DA PESCARA
Molta
tecnica e un buon dribbling, ricordi di quegli anni da mezza punta. “Da
play è migliorato tantissimo, vede prima la giocata, fa tutte e due
le fasi e per il ruolo che ricopre è fondamentale. Lo trovi sempre al
posto giusto nel momento giusto, tatticamente è intelligentissimo. Il
paragone con Verratti? Secondo me può diventare anche più forte, la
squadra si vede che si appoggia a lui, è ormai un punto di riferimento. È
un giocatore completo e sinceramente in Italia ce ne sono pochi. Dove
può migliorare? È un giocatore al quale se dai degli input, delle
nozioni nuove, lui le incamera e le fa sue, le migliora. Per la sua età
sta facendo passi da gigante, può migliorare sull’esperienza di una
partita, sul capire durante la gara come comportarsi, più una qualità di
esperienza che di questione tecnica. Lucas in una parola? Superlativo,
perché io me li ricordo i dubbi sulla sua fisicità degli addetti ai
lavori: “la B non la regge, l’impatto con la A è un’altra cosa”. In
entrambe i casi, ha dimostrato di poterci stare alla grande, diventando
un giocatore fondamentale. "La sua vera forza? La testa. Ha fame, è uno
che vuole arrivare, ha un obiettivo da raggiungere e ci sta riuscendo”.
GIOIELLO SAMP
Macchina
quasi perfetta in campo, motorino inesauribile del centrocampo
blucerchiato, ma lontano dal campo? “Umile, disponibile e
silenzioso. Parlava poco, lasciava fosse il campo a parlare per lui: un
giocatore dalla mentalità ‘vecchio stampo’, si vedeva che arrivava
‘dalla strada’. Aveva già quella voglia che lo ha spinto così in alto e
che assieme alle sue grandi qualità gli ha permesso di fare le grandi
cose che stiamo vedendo”. Inseparabile Mate sempre con lui. “Lo aveva
sottobraccio già al suo arrivo a Pescara, ne beveva in continuazione. -
sorride Federico - È una loro tradizione, coinvolse anche tutti i suoi
compagni”. Trascinatore silenzioso, in campo e fuori. Da Fray Bentos a
Genova, passando per Pescara. “Destinazione Big? (Inter e Atletico lo
seguono da tempo) In Europa Lucas per me può giocare dappertutto:
Italia, Spagna, Inghilterra. In ognuno di questi campionati può dire la
sua, lo sta dimostrando sul campo. La Nazionale? Se continua così
arriverà sicuramente. È lineare, costante: non è uno che fa due o tre
partite buone e poi le altre sottotono. Durante l’arco del campionato te
lo ritrovi sempre, è affidabile anche sotto questo punto di vista”.
Parola di Federico, che a Lucas Torreira ha regalato il primo abbraccio e
le prime indicazioni. Prima di ‘consegnarlo’ al fratello Marco, col
quale Lucas ha iniziato a splendere. Domenica pomeriggio la prima gioia
in un A, diventate subito due, da festeggiare con una dedica speciale:
quella per l’amico d’infanzia Lucas Olivera, al quale per il compleanno
“Il Toro” ha regalato gol ed esultanza. Col numero ventuno, gli anni
dell’amico che ora vive con lui nella casa di Nervi. E ora c’è il derby,
la partita più attesa dell’anno. E Lucas lo ha fatto capire, non la
vuole più smettere di brillare.