Grazie Claudio. Thanks, King. Loro no, quelle due parole non le hanno di certo dimenticate. Non hanno voluto voltare pagina, nemmeno ieri sera, giorni dopo la fine di un sogno, dopo un addio così doloroso.
Sembra quasi irreale parlare di una serata e di una partita del Leicester senza vederlo lì seduto in panchina. Con i suoi occhiali e il suo sguardo concentrato e intenso, da padre affettuoso e comprensivo verso la sua creatura, i suoi ragazzi. Quelli che con lui hanno raggiunto l'impossibile, e che lo hanno visto andar via fra ombre e poca riconoscenza. Notte strana, quella di Leicester-Liverpool: in campo, la doppietta di Jamie Vardy (toh, proprio stasera tornato quello di un anno fa) e il destro al volo da cinema di Drinkwater stendevano i Reds (sempre più in crisi) e regalavano alle Foxes la prima vittoria del 2017 e tornando temporaneamente fuori dalla zona rossa (24 punti contro i 22 del Crystal Palace).
Le emozioni, quelle vere, le ha però regalate il popolo blu. Che, quasi incurante di quello che succedeva in campo, si è abbandonato a un continuo tributo al suo Re. Prima, durante e dopo. Posizione netta, inequivocabile. Di riconoscenza, loro sì, verso chi è riuscito a regalare una storia da raccontare, di critica aperta verso chi ha deciso di spezzare quella magia con un semplice e sbrigativo saluto. Una notte strana, quasi sospesa nel tempo. Un passato ingombrante ad avvolgere uno stadio ancora turbato, ancora a chiedersi il perché. Difficile spazzare via ombre e pensieri.
Tutti con lui, tutti con Claudio Ranieri. Prima del match, con sciarpe e cori, fuori e dentro il King Power Stadium. E ancora al 65', sul 3-0 , a vittoria (importantissima) ormai in tasca, luci soffuse e "Oohh Ranieri, oohh" al ritmo di volare, la vera colonna sonora del sogno dell'anno scorso. Due culture che si sono incontrate in un'unica idea, l'eco ancora vivo e forte, la presenza di King Claudio nel cuore. Tutti con lui, tutti con Claudio Ranieri, con tanto di maschere con il suo volto, voci al cielo e persino un carro funebre fuori lo stadio con un "RIP Football" stampato su. Tanto per rendere l'idea.
Chissà cosa avrà pensato sir Claudio nella sua Roma. Un leggero sorriso emozionato gli avrà colorato il volto, con il petto colmo di soddisfazione e un velo di malinconia. Tornare indietro è impossibile, purtroppo. Quella gente, però, gli ha ricordato ancora una volta la (sua) storia bellissima. Schierandosi dalla sua parte, contro tutto il resto, contro chi ha messo la parola fine su quella magia. Quel libro delle favole potrà essere letto per sempre.