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Data: 05/09/2016 -

La scelta di Hetemaj, i 'sì', i 'no': Kosovo, esordio ufficiale in Finlandia per la storia

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Questa sera al Veritas Stadion di Turku si farà la storia. Finlandia-Kosovo segnerà l’esordio assoluto della nazionale kosovara in una competizione ufficiale FIFA. Solo a maggio scorso infatti la nazionale guidata dal ct  Albert Bunjaku è diventata ufficialmente la cinquantacinquesima associazione a far parte dell'UEFA. Ma la strada che ha portato a questo riconoscimento è stata lunga e tortuosa. Nata nel 2009, un anno dopo l’auto proclamazione del Kosovo come stato indipendente, la nazionale di calcio per i primi anni disputa solamente partite amichevoli con altre formazioni kosovare. Anni di calcio amatoriale spinto solamente da un forte orgoglio nazionale. Fino al 14 gennaio 2014, quando la Fifa autorizza la Nazionale del Kosovo a disputare amichevoli internazionali contro altri Paesi, esclusi quelli della ex Jugoslavia. La prima partita dopo il nuovo status viene giocata il 5 marzo 2014 contro Haiti, allo Stadio Olimpico “Adem Jashari” di Mitrovica. 0-0 il risultato, ma quello fu il primo vero passo verso il riconoscimento ottenuto solamente qualche mese fa. Stasera si giocherà per i tre punti, per continuare un sogno iniziato solo sette anni fa.  Il gruppo I, formato da Croazia, Finlandia, Turchia, Islanda e Ucraina, è difficile, probabilmente impossibile. Ma per tutti i kosovari è già tanto essere qui, con la maglia della propria nazionale. Per le vittorie servirà del tempo, ma l’orgoglio va oltre i tre punti. Un orgoglio nazionale che sta creando non pochi turbamenti in molti giocatori nati in Kosovo ma di nazionalità (calcistica) diversa. Su tutti c’è la storia del centrocampista del Chievo Përparim Hetemaj, kosovaro di nascita e di cuore, ma di nazionalità finlandese. Oggi è titolare della nazionale del Paese che lo ha accolto, ma di giocare non se l’è sentita. “Scusate, ma contro la mia gente non gioco”, rinunciando così alla convocazione. Stessa situazione vissuta da Granit Xhaka, che con una lunghissima lettera aperta a tutto il suo popolo ha ammesso come accettare la Svizzera, rifiutando il Kosovo, e l’attesa di una sua ufficializzazione, sia stata la decisione più difficile della sua vita. Al contrario Samir Ujkani, capitano e bandiera del Kosovo, nel marzo del 2014 ha deciso di abbandonare l’Albania (con la quale aveva collezionato 20 presenze) per rispondere alla chiamata della “sua” nazionale. Un'autorizzazione a giocare questa sera, che la FIFA ha dato in extremis a lui e ad altri quattro compagni Meha, Rrahmani, Rashica e Herolind Shala, tutti già con almeno una presenza con la Nazionale albanese. Sfrutteranno una deroga che, per adesso, non ha ancora avuto Valon Berisha, già schierato in passato dalla Norvegia. E i vari Januzaj, Shaqiri, Behrami, Cana, Mavraj? Continueranno a giocare per le rispettive nazionali, finchè questa situazione ingarbugliata non verrà risolta dalla FIFA. Il massimo organo mondiale ha già detto come si stia lavorando in questa direzione, per offrire a tutti i giocatori kosovari la possibilità di scelta. E la possibilità di fare la storia.

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