E adesso incoronatelo, di nuovo. A 30 anni appena compiuti. Ritorno al futuro: è scoppiata la Boa mania. Ancora. Perché La Liga è la terra di conquista perfetta. Il Las Palmas, invece, la dimensione ideale. Intanto, riecco il protagonista: Boateng. Sì, 'The Prince'. La corona come valore. E volere. Altro che semplice tatto fissato sul collo: di più. Un simbolo di vita. Ambizione. Poi i gol, la merce preziosa per tornare grande. E per bloccare le grandi, soprattutto. Vero, Real Madrid? Roba galactica. Blanca? Macché, amarilla. Un vento di passione dolcissimo. Come il Calima, la corrente tipica di Gran Caniera: la sua nuova terra. Perché "qui si vive in modo tranquillo. In Liga, a differenza degli altri campionati, le squadre piccole vogliono giocare a calcio e non buttano via la palla, fanno il tiki taka". Ah, piccolo particolare: "Si trova più spazio e si segna di più". Parole di KPB. Va bene, ma ... 'sono solo parole'? No, pensieri seguiti dai fatti. Roba vera, concreta. Nobilitata dalle esultanze. Sì, i numeri: siamo già a 7 gol. Firma al Santiago Bernabeu compresa, in una partita davvero pazza. Boateng segna la rete dell'1-3. Contropiede, tocco felpato a saltare Keylor Navas e bacio in porta. E poco importa se il Real Madrid troverà il pareggio al 89'. Intanto, "estoy muy orgolluso y muy feliz de cómo hemos jugado hoy".
Perché ora il Boa, finalmente, si senta a casa. Sta bene. È sereno. Grazie ad una squadra piena di voglia di arrivare. Il tutto in un posto sano, alla mano: "Vivo in modo semplice . Mi alzo alla mattina e vado agli allenamenti in maglietta e pantaloncini". E così anche un Prince può vivere il sogno di chiunque. Può stupire. Spaccare: in senso buono, eh. Incidendo a suon di colpi e magie. Football, fußball e fútbol. Calcio in tutte le lingue e al centro del mondo. Più di tutto e prima di tutto. Una vita rovesciata. Come il gol a ottobre contro il Villarreal: sforbiciata al volo a battere Asenjo. Musica prestata al pallone, suonata sulle note di Billie Jean. E con Prince il Las Palmas tocca la luna. Ah, sì: via di moonwalk, il passo del suo idolo Michael Jackson. Trascinatore. Calciatore pop. Leader vero, ricordate la festa per celebrare l'ultimo scudetto del Milan? Il palco di San Siro era tutto di Boa. Ottimo ballerino, sì: "Ha futuro in pista, in campo è finito". Mormoravano alcuni. Ma poi, rieccolo: tutti smentiti. Perché "sono caduto e mi sono rialzato". Sempre. Un up and down totale. Da Wedding - la periferia di Berlino dove è cresciuto - sino ai premi guadagni in Premier League. Gasatissimo dopo il primo grande salto al Tottenham. Tra calcio e ... "un sacco di soldi buttati in locali notturni, macchine e vestiti". Il motivo? Martin Jol, dopo un mese, gli disse: "Kevin, non ti voglio più. Qui non c'è spazio". E allora via con le ore piccole. Alcool e disco. "Siccome non potevo giocare, provai a comprarmi la felicità".
Poi la rinascita. Gli anni d'oro del 'suo grande Milan'. Alti e bassi anche qui. Scudetto e amore. 'Perché dietro un vero calciatore, c'è sempre una grande donna'. Rispedito di nuovo in Bundesliga, Schalke 04. Poi ancora rossonero, un gol alla Fiorentina e ... conclusione da svincolato. Ma, se a 29 anni rimani senza contratto e hai ancora voglia di divertiti, le Canarie sono la scelta giusta. Questione di ambiente. Perché a Las Palmas Boa è davvero in un'isola felice. La società vuole tenerselo stretto e rinnovargli il contratto, anche se le offerte non mancano. E dopo i gol in Premier, Bundesliga e Serie A: via anche con la Liga. Unico al mondo. Da Prince a nuovo King per i suoi tifosi. 600 persone ad accoglierlo nel giorno della presentazione. Setié lo ha voluto subito per il suo 4-2-3-1. E Kevin non si è fatto attendere. Dimenticando la vita spericolata. Perché come tutti i supereroi, anche il Boa aveva il suo punto debole: gli eccessi. Amato da tutti: "Quando conobbi Mandela, mi diede la mano e mi disse che sua figlia voleva sposarmi". Risposta: 'La ringrazio Nelson, ma ho già una fidanzata'. Ora, invece, è marito di una regina in un regno felice. Senza razzismo, pieno di amore: “Anche se amerò sempre l'Italia, è diventata la mia seconda casa”. Da cattivo ragazzo a punto di riferimento. Fratello maggiore per i giovani, nuovi compagni: “A loro dico di non sprecare il loro talento e di non fare gli errori che ho fatto io”. E uomo generoso. Dopo la trasferta di Villarreal, per evitare un faticoso viaggio di ritorno, Boa ha noleggiato un aereo privato per tutta la squadra. Saltando così lo scalo a Madrid. Perché lì, Prince, ama fare solo i gol. Per poi tornare felice a destinazione: Gran Canaria. Una casa prima, un regno poi. Lì, dove a 30 anni è divenuto è sempre più il principe di Las Palmas.