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Data: 02/04/2017 -

​La fascia, sul cuore, del Papu. Oggi il numero 10 nerazzurro scenderà in campo per una nobile causa

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Alle fasce particolari il Papu Gomez ci ha abituati da tempo. Le realizza e ogni tanto progetta la moglie Linda. Ne ha indossate diverse: per il compleanno dei figli, per celebrare Holly e Benji e per la festa di Halloween. Ma sul suo braccio hanno trovato spazio anche la salvaguardia dell’ambiente e gli Insuperabili. Ed è proprio con loro, i ragazzi disabili della scuola calcio di cui Gomez è testimone, che la moglie Linda ha ideato e realizzato anche la fascia che il numero 10 nerazzurro indosserà in Genoa-Atalanta, in programma oggi alle 15. Al centro del disegno è raffigurato il fumetto del Papu; accanto, due allievi della scuola, Alberto e Simone. L'idea è nata in occasione della giornata mondiale dell’autismo, che ricorre oggi. Anzi, più che la giornata dell’autismo, l'auspicio è che si celebri la consapevolezza. Perché questa disabilità, come le altre, ha bisogno di continue prese di coscienza da parte di tutti.

Di nuovo il numero 10 atalantino si è dimostrato sensibile ad un tema delicato e importante. L’obbiettivo è, in concomitanza della partita di Marassi, quello di portare l’attenzione degli spettatori, oltre che alle giocate, ai gol e al calcio spettacolo, anche a questa nobile causa, che il Papu, prima ancora che sul braccio, porta nel cuore.

E’ necessario infatti che su ogni disabilità si accenda la luce, oggi blu, perché questo è il colore associato all’autismo. E che non rimanga alcun angolo buio, in modo che chiunque sia consapevole di quanta strada si possa percorrere e quanti traguardi si possano raggiungere insieme a questi ragazzi; che hanno problemi ad interagire, perché tendono ad isolarsi, ci mettono 4 anni prima di giocare una partita per intero e che imparano a "darsi il cinque" dopo un gol dopo molto tempo.

Fatica e tanta pazienza. Ma il sacrificio di questi calciatori speciali e la vicinanza di tutti, servono a fare passi in avanti e a confermare che nello sport e nel calcio non esiste disabilità insuperabile.



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