Ma come fa a correre 90 minuti a partita? Con quella intensità, quella cattiveria agonistica. Queste erano in sintesi le domande che tutti gli appassionati di calcio si ponevano guardando giocare Jamie Vardy lo scorso anno. La risposta? Quasi sempre la stessa. Viene dal basso, dal calcio vero. È la fame che lo spinge. Ecco, oggi si potrebbe dire che Vardy ha tanta fame quanta sete. Ma non di arrivare al successo, proprio di bere e mangiare. Soprattutto nei giorni della partita e con un menu da brividi.
È lo stesso giocatore ad ammetterlo nella sua autobiografia, di cui il Sun ha pubblicato alcuni estratti . “Il giorno della partita, se si gioca alle 15, appena sveglio bevo una lattina di Red Bull e in 30 secondi l’ho già finita. La colazione? Non la faccio, non mangio nulla fino alle 11.30. Poi mi mangio una frittata con prosciutto e formaggio insieme ad uno stufato di fagioli. Infine tiro giù un’altra Red Bull”. Già solo fermandosi qui non sarebbe il menu perfetto per un atleta di alto livello. Ma in Inghilterra, si sa, i giocatori mangiano strano…. si dice sempre così. Tutto vero, ma forse la particolare dieta pre partita di Vardy è un po’ esagerata. Vabbè sarà finita qui. Ovviamente no.
“Mentre aspetto l’inizio della partita e ammazzo il tempo, con Wasilewski mi bevo anche un doppio espresso. Poi un’ora e mezza prima del fischio d’inizio andiamo nello spogliatoio. Quello è il momento della terza Red Bull, che però sorseggio lentamente fino al riscaldamento e ne lascio sempre un sorso per dopo”. Caro Jamie, non spetta a noi giudicare il tuo menu, ma ora è tutto più chiaro. Facile fare pressing asfissiante per 90’ e mettere in campo quella cattiveria agonistica… con tre Red Bull e due caffè sullo stomaco. (Si scherza... ma non troppo). Anzi, strano che Vardy non abbia ancora messo le... aaaaali.