“Antonio, Antonio”. Come un grido di battaglia. Un ritornello che si alza nel cielo di Londra, la Conte-mania sta contagiando tutti. A Stamford Bridge è più di un coro, è una voce che parte spontanea, un ringraziamento che arriva dal cuore. E che colpisce il cuore. Perché Conte apprezza e ringrazia a sua volta. Mancano pochi minuti alla fine di Chelsea-Middlesbrough, il risultato è già sul 3-0. Si alza il coro “Antonio, Antonio”, ma stavolta Antonio risponde e fa un grande applauso rivolto a tutto lo stadio. Lungo, intenso, ricambiato. Lo stadio è tutto in piedi per Conte.
È la Conte-mania, il Chelsea mantra di una stagione fantastica. Di un amore, quello per l’allenatore italiano, partito da lontano. Gli sono bastati pochi mesi per conquistare Stamford Bridge. In Italia lo conosciamo bene, dalla Juve alla Nazionale. Conosciamo la sua grinta, i suoi incitamenti, il suo modo di stare in panchina. Così Conte ha fatto innamorare i tifosi e ha lasciato il segno in Inghilterra.
Basta guardarlo per 90 minuti durante una partita, è uno spettacolo. Contro il Middlesbrough, anche sul 3-0, continuava a dare indicazioni e a incitare i giocatori. Non voleva cali di concentrazione. È come se avesse un joystick per guidare i suoi giocatori. Quando la squadra attacca, guida i giocatori chiamando il cambio di gioco, chiedendo di attaccare la profondità o di tagliare verso il centro. Se davanti a lui c’è Marcos Alonso tutto solo, si sbraccia lui al posto dello spagnolo per far sì che gli arrivi il pallone. E vi ricorderete quando ha “mimato” il colpo di testa di Diego Costa, è successo più di una volta in questa stagione.
Quando il pallone ce l’hanno gli avversari, invece, diventa una furia e quasi entra in campo, chiamando a gran voce il pressing e chiedendo attenzione. Non molla un centimetro. È sempre, sempre in piedi. Dal primo all’ultimo minuto. E praticamente sempre fuori dal rettangolo bianco in cui dovrebbe stare, non resiste. Il campo lo chiama, sembra quasi che stia giocando anche lui. Quando fa una sostituzione, si mette ad applaudirlo come un tifoso, aspettando che il giocatore esca per abbracciarlo e congratularsi. È il primo tifoso dei suoi ragazzi.
Un capopopolo, un trascinatore. Che ha trascinato il Chelsea fino al primo posto e a un passo dalla Premier: ora mancano solo tre punti, basta vincere la prossima e si può festeggiare senza aspettare il risultato del Tottenham. Ci ha messo poco, Conte, per conquistare il Chelsea, ora arrivano anche i risultati. Per sigillare un rapporto di amore, stima e rispetto. Le sciarpe con il suo nome sono tra le più vendute, i cori sono tutti per lui e il grido “Antonio, Antonio” risuona ogni 10 minuti di ogni partita.
In Italia, come detto, non è una sorpresa. Ma qui giorno dopo giorno si stanno innamorando di lui e dei suoi gesti, e non parliamo solo dei tifosi del Chelsea. A fine partita, Conte è andato a stringere la mano ai giocatori e ai dirigenti del Middlesbrough, appena retrocesso. Poi è andato sotto allo spicchio dei tifosi ospiti per applaudire. Anche questo, è Antonio Conte.