Di Francesco, Ganz, Zigoni, Aubameyang e Kluivert. Cos’hanno in comune questi giocatori? Apparentemente niente. Campionati, diversi, categorie diverse, storie differenti. Eppure c’è una cosa che li accomuna tutti, anzi due. Quali? Sono tutti figli d’arte. Cresciuti col mito di un papà calciatore. Ammirato per anni alla tv, su un album di figurine, nei racconti alla radio o magari dei compagni di scuola. Come un supereroe irraggiungibile, quasi di un altro pianeta. Eppure alla fine eccoli là, tutti quanti con un pallone al piede. A ripercorrere le gesta dei loro idoli. A fare gol. Sì, i gol. Ecco l’altra cosa che accomuna questo nutrito gruppo di giovani in rampa di lancio. Una rete per continuare a sognare, quel percorso tracciato dai loro papà, che saranno stati felici, nel giorno della loro festa, di vedere esultare chi per anni li ha visti come miti ineguagliabili.
Tutti con le braccia al cielo, sorriso stampato in faccia ed un solo pensiero: “Auguri papà”. Ha aperto le danze Pierre-Emerick Aubameyang. Passato per il Milan senza successo, diventato negli anni uno degli attaccanti più letali del panorama calcistico europeo. Vera stella del Borussia Dortmund con 30 reti all’attivo in questa stagione. L’ultima venerdì, contro l’Ingolstadt 04. Decisiva per l’1 a o finale. In questo caso l’allievo ha superato il maestro. O meglio il papà Pierre, passato anche per l’Italia, in una breve esperienza alla Triestina. Ma scommettiamo che quest’ultimo non sarà affatto triste per questo. E’ stato poi il turno di Gianmarco Zigoni, attaccante classe ’91 in prestito alla SPAL dal Milan. Figlio di Gianfranco. Stesso ruolo, stessa fame, qualche presenza in meno in Serie A. 265 per il papà tra Juventus, Genoa, Roma e Verona. Solo una per Gianmarco (con il Milan) che ancora ci spera però. Il suo gol ieri ha messo il sigillo sulla vittoria della SPAL, autentica rivelazione del campionato cadetto. E’ entrato nella ripresa al posto di Antenucci, ha avuto giusto il tempo di prendere la mira e battere Belec. Per la gioia di papà Gianfranco, che sicuramente sarà stato contento. Così come Maurizio Ganz, che ha visto il figlio Simone regalare al 93’ una vittoria fondamentale al Verona.
Altro figlio d’arte, altro gol per festeggiarlo. Questa volta ci spostiamo in Olanda. Nome forte: Kluivert. Patrick il papà. Ve lo ricordate no? Tre anni all’Ajax, uno al Milan, poi la consacrazione al Barcellona. Insomma una carriera incredibile condita da 191 reti. Fardello pesante portare un cognome così se non hai le spalle larghe e forti. Justin però ha dimostrato di averle, anche se alla vista possono sembrare fragili. Quella però è colpa della giovane età, avrà tempo per formarsi. 17 anni sulla carta d’identità, primo gol con la maglia dell’Ajax, quella che ha consacrato il padre al grande calcio. Primo squillo nel giorno della festa del papà, che la sua prima firma tra i professionisti l’ha messa solo a 18 anni. Segno del destino? Forse. Sicuramente un buon modo per iniziare. L’ultimo ad aver regalato una gioia al proprio papà si trova nel nostro campionato e gioca nel Bologna. Federico Di Francesco ha messo lo zampino finale sul 4-1 che la squadra di Donadoni ha rifilato al Chievo. Papà Eusebio sta preparando la sfida alla Roma, ma siamo sicuri che un’occhiata ai risultati nel pomeriggio sicuramente l’avrà data. E magari si sarà trovato anche un messaggio sul cellulare: “Questo era per te, auguri papà”.