Sembra proprio la trama di un film. Lui (Mignolet), lei (la porta…), l'altro (Karius). Anche se Jurgen Klopp ha in mano un copione già scritto: “Questa è la situazione adesso – aveva detto qualche giorno fa l'allenatore del Liverpool – Loris è il primo portiere e Simon il secondo. Ne abbiamo parlato ma certo non potevo dirgli 'Tu non sei buono e lui sì ed ecco perché gioca'. Dovevamo prendere una decisione e l'abbiamo presa, non potevamo lasciare ad entrambi il dubbio”. Anche se Mignolet proprio bene non l'ha presa: “Non voglio essere il secondo, è chiaro. Voglio giocare e non smetterò di combattere, non mollo, è il mio carattere. E poi non sono in una situazione tale da potermi sedere in panchina. Questa la vedo come una sfida”. Ne è sicuro il portiere belga: “Rivoglio il mio posto – ha proseguito, come riportato dal Telegraph -, ed ora testa bassa e lavorare”.
Un dualismo tutto Red e un Mignolet che non intende mollare. Anche perché 'l'altro', Loris Karius, al Liverpool è arrivato solo cinque mesi fa (acquistato per circa 5 milioni di sterline dal Mainz). Un passato nel Manchester City, dove è diventato amico di Balotelli, cresciuto imparando da Given e Hart e allenandosi con i calci piazzati di Tevez, Adebayor e Robinho. Poi nel 2011 il ritorno in Germania per diventare parte del 'Miracolo Mainz' della scorsa stagione. Quest'anno a Liverpool è stato fuori diverse settimane a causa di un infortunio alla mano ma adesso che è tornato in forma al 100 per cento, Klopp non ha aspettato molto prima di affidargli i pali Reds in modo continuativo.
Alto, bello (c'è chi ha fatto una 'mappa' del suo viso per dimostrare come i suoi lineamenti siano perfetti), biondo, tatuato quanto basta, ha festeggiato il World Dog Day insieme al suo Hugo, il suo profilo Instagram sembra quasi quello di un modello professionista ma per molti è un 'Neuer 2' e non solo perché tedesco. Pure meticoloso, a modo suo, perché le partite lui le gioca anche prima di scendere in campo. Comodamente dal divano. Basta una tv, joystick e il gioco giusto per mettere in campo il Liverpool contro l'avversario che dovrà affrontare (nella realtà) la prossima giornata. Lo ha fatto prima di Swansea-Liverpool e non sarà stata l'unica volta. Titolare nelle ultime quattro partite di Premier consecutive, in cui i Reds hanno incassato 3 gol e conquistato un clean sheet contro il Manchester United di Mourinho. E Mignolet? Titolare, sì, in EFL Cup. A quelle latitudini è come di una retrocessione. Ma queste sono adesso le gerarchie di Klopp.
Sipario su, a Liverpool di gira 'Una porta per due': una coppia di protagonisti, un unico obiettivo. La solitudine dei numeri primi? No, il dualismo dei #1. Visto che nessuno dei due è fatto per essere un numero 12.