Juventus-Roma è una di quelle partite che richiama alla mente molti ricordi, sia a chi l’ha giocata, sia a chi l’ha vissuta da tifoso. Per John Arne Riise, terzino giallorosso dal 2008 al 2011, sono soprattutto positivi. Come rivela a RomaTV, è soprattutto uno l’episodio che ancora oggi gli regala un sorriso: il gol del 23 gennaio 2010 a Torino, con cui regalò ai suoi la vittoria all’ultimo respiro sui bianconeri. “Quando segni contro una grande squadra è sempre un momento speciale. E penso che quel gol forse ha dato una svolta alla mia avventura alla Roma. Ancora me lo ricordo: Pizarro recuperò a centrocampo, io decisi di buttarmi in area di rigore, sbracciandomi. Il pallone mi arrivò con i tempi giusti, io di testa ho fatto il resto. Quando ho visto la palla entrare, la prima cosa che ho sentito di fare è stato correre verso la curva, facendo segno ai miei compagni di seguirmi”.
Sono momenti come questo che fanno sentire il terzino norvegese un romanista a tutti gli effetti. “Roma ha un posto speciale nel mio cuore. Ho passato 3 anni in giallorosso e a volte ancora oggi rimpiango di essermene andato. Quando torno in città c’è sempre qualcuno che mi dimostra affetto. Mi ricordo ancora i primi tempi, non sapevo cosa aspettarmi. Non conoscevo l’italiano, e non erano molti i miei compagni che sapevano parlare in inglese. Giocare con un campione come Totti è stato bellissimo, l’ho sempre considerato uno dei giocatori più forti in assoluto. Innamorarsi della squadra e dei tifosi è stato quasi naturali, qua la Roma è un fatto passionale: vinci e sei in Paradiso, poi perdi e si vedono i primi problemi. Io sono passato da entrambe queste situazioni, ed ho così capito il grande attaccamento dei tifosi. Volevo diventare uno di loro, sono pochi i club che hanno un legame così forte con i propri sostenitori. L’Olimpico è qualcosa di unico. Sentire l’inno mi faceva tornare in mente "You’ll never work alone" dei tempi di Liverpool. Cose che può capire solo chi le ha vissute.Totti e De Rossi? Semplicemente leggende”.