Un girone. Dall’Inferno al Paradiso saltando a piè pari il Purgatorio. Non ne avrà a male il sommo poeta, se il conterraneo Max Allegri e la banda Juve sono ‘tornati a rivedere le stelle’ senza espiare i peccati di inizio campionato.
Era il 28 ottobre 2015, quando la Juventus scese in campo a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Dopo un inizio di campionato drammatico, il mese di ottobre stava segnando un leggero segno di ripresa in casa bianconera. Quella sera, al Mapei Stadium, Sansone decise il match condannando la squadra di Allegri alla quarta sconfitta in campionato su dieci partite giocate. Non era solo una questione di punti. Le dichiarazioni di Allegri e Buffon a fine gara fecero da eco all’animo della squadra, richiamando tutti ad un senso di responsabilità perduto. L’abbandono alla barca di Caronte ha lasciato una scia di 18 risultati utili consecutivi - ancora attiva - con il record di 15 vittorie consecutive, ormai iscritto negli annali. Numeri e diapositive si alternano in questa corsa lunga ormai quasi quattro mesi e mezzo. L’impenetrabilità della difesa bianconera: cambiano i moduli e gli attori ma non i risultati. Buffon non subisce gol in campionato dalla prodezza di Cassano, datata 10 gennaio, unico a trafiggere il portiere della nazionale in questo 2016. Nove gare consecutive, 838 minuti ed il record di Sebastiano Rossi sempre più vicino. E davanti la Juve non è stata da meno: la costanza di Dybala con i suoi 13 gol, il fattore Mandzukic oltre ogni infortunio, l’alternativa Morata e l’insospettabile Zaza a firmare il sorpasso al Napoli nello scontro diretto. Poi le danze e le capigliature di Pogba, da timido numero 10 delle prime giornate a trascinatore nelle ultime; l’esperienza di Khedira e la maturità di Marchisio; un tocco di Hernanes a condimento di una quadratura del cerchio trovata da Allegri in corso d’opera. Che dire di Allegri. Ecco, un’immagine ci viene in aiuto: il cappotto gettato a terra in quel di Modena, dopo aver rischiato di pareggiare una partita dominata contro il Carpi. Altro che inferno, altro che Lucifero! In quel gesto, grottesco per carità, l’essenza del senso di responsabilità vaporizzato nell’umidità del Mapei Stadium.
Sono passati 142 giorni. La Juventus è prima in classifica con un vantaggio di tre punti sul Napoli. Sono dodici i punti recuperati in un girone. Già un girone, perché domani i bianconeri ritroveranno quel Sassuolo che fece da spartiacque tra l’Inferno ed il Paradiso. Un’occasione utile per rimanere a vedere le stelle e ricordare cosa è stato l’Inferno.