Con Milan-Juve alle porte, il big match di sabato sera, Gigi Buffon ha parlato a La Stampa riguardo il momento della squadra bianconera e i temi caldi del match, partendo dal confronto con il giovane Donnarumma: "Portieri si nasce o si diventa? Di solito si nasce, però io scelsi di diventarlo tardi e allora lo sono diventato. Donnarumma come me vent'anni fa? Come giovane per me vale molto anche adesso, ma non devi mai pensare di sapere già tutto e bisogna sempre credere di poter migliorare. Come si fa ad avere ancora voglia di giocare ogni giorno? Io ho la fortuna di giocare in un club organizzato ed essere in sintonia con il preparatore e gli altri portieri, tanto che vado avanti senza tirare avanti: è la differenza".
"Il Milan può far paura anche a meno 24 punti? Paura no, ma serve sempre grande rispetto perché squadre così hanno organici e qualità nei singoli da poter ribaltare il pronostico. Il penta-scudetto sarebbe una gratificazione inimmaginabile, qualcosa di epocale: devi essere un carro armato di testa e quest’anno avevamo tutte le ragioni per non vincere, visti i cambiamenti e una partenza non positiva. Morata? Ha tutto per fare la differenza, quando non presenta anomalie psicologiche – ride –, invece Dybala non mi ha stupito perché, fin dai primi giorni, ho visto in lui la curiosità, il silenzio, la scaltrezza, la rapidità di sguardo con cui cercava di accalappiare nozioni del mondo Juve per farle sue e bruciare le tappe. E ce l’ha fatta”.
Immancabile anche il riferimento agli arbitri e alla squalifica di Gonzalo Higuain: "Non tocca a me commentare. Posso solo parlare di Juve e dire che la Juve mai come quest’anno ha levato a chiunque ogni alibi: quando parti con 12-13 punti di handicap e ti ritrovi a più sei a sette giornate dalla fine, è difficile aggrapparsi a qualcosa. Quando sento dire: ‘Eh, però nei momenti decisivi la Juve...’, mi viene da sorridere, non ridere. Tutto è relativo e in un momento che poteva essere decisivo, a Sassuolo, al 25’ la Juve è rimasta in dieci per una doppia ammonizione a Chiellini e dopo 10 minuti c’era un rigore sacrosanto su Sturaro che grida ancora vendetta. Poteva essere la pietra tombale. Invece ha fatto la differenza chi è andato in conferenza abbia mirato ad altro tipo di responsabilità e colpe.
Rizzoli ha fatto bene a parlare dell’episodio di Bonucci? È giusto che un arbitro spieghi, ma non trovo invece intellettualmente corretto che nessuno abbia colto la differenza. Sentivo e leggevo di una testata di Bonucci a Rizzoli, ma io c’ero e non l’avevo vista. Posso dire che Leonardo, in modalità aggressiva, si è avvicinato alla testa dell’arbitro, ma senza toccarlo: una differenza sostanziale".
Infine, sull’eliminazione dalla Champions: “Che cosa resta della Champions? Tanta delusione, ma nessun rimpianto. E siccome da quelli più bravi c’è sempre da imparare, ricordo ciò che disse Guardiola sugli arbitri: ‘Una squadra come la Juve non deve guardarli’, perché delle volte sono a favore, mentre altre contro, ma restano le occasioni che abbiamo avuto per chiuderla e che abbiamo sprecato. Le tue fortune, spesso, dipendono solo da te".