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Data: 13/11/2017 -

Italia - Svezia, Vialli: "L'Italia andrà in Russia, siamo più forti di loro"

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Il 14 novembre 1987 un'altra Italia - Svezia, quella volta in ballo c'era l'Europeo 1988, e in campo in quella nazionale guidava l'attacco Gianluca Vialli: "Ricordo Ravelli, il portiere. Che grande. Gli feci due gol". Trent’anni dopo, di nuovo la Svezia, di nuovo una partita crocevia: stavolta per andare a Russia 2018 e anche questa volta servirebbero due gol: "Di sicuro non dovremo fare come venerdì all’andata - racconta Gianluca Vialli al Corriere della Sera - li abbiamo fatti diventare più forti di quanto in realtà siano. Inconcepibile farsi sorprendere da una squadra che gioca allo stesso modo dal Dopoguerra, classico 4-4-2 scandinavo: lancio, sponda, seconda palla. A Stoccolma s’è sbagliato tutto". E allora come cambiare le cose: "Per me possiamo passare. La Svezia è rigorosa ma modesta, più debole di noi. San Siro conterà, specie se non segneremo subito e poi gli attaccanti. Questa è la loro partita, la loro grande occasione". Cosa cambierebbe Vialli della tanto discussa formazione di Ventura a Solna: "Non si cambia una squadra in due giorni, al massimo la si corregge un po’. Ventura sa cosa fare, la tattica non conta più. Queste partite si vincono con due caratteristiche: calma e consapevolezza". E se l'Italia fallisse sarebbe un’apocalisse? "Se non ci andiamo dovremo essere bravi a trasformarla in una rinascita, un’opportunità. Ma non succederà. Comunque non si deve pensarla come una guerra, vita o morte. Io ai ragazzi direi: pensate all’estate degli italiani, alle grigliate e ai cocomeri prima delle partite, agli amori, alla vita di ciascuno di noi scandita dalle notti magiche. Su, non possiamo levargliela". Il resto dell'Intervista la trovate sulle pagine del Corriere della Sera.



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