E' successo di tutto nel finale di Inter-Verona, gara valida per l'ultima giornata del girone d'andata, giocata il 6 gennaio 2024 a San Siro. Dopo il gol del vantaggio realizzato da Frattesi al quarto minuto di recupero, Henry ha avuto la possibilità di pareggiare la partita, segnando una doppietta, con un calcio di rigore. Il tiro, però, si è stampato sul palo a Sommer battuto. Su Instagram, l'attaccante belga ha denunciato le minacce di morte subite a fine gara.
Il messaggio di Henry
Il messaggio di Henry su Instagram:
"A tutte le persone che pensano di conoscere il calcio meglio di chiunque altro e che insultano la mia famiglia augurandole la morte, spero che possiate trovare pace un giorno nella vostra piccola vita. Gli errori fanno parte dello sport e quindi continuerò a lavorare per essere migliore di prima. Un giorno vinci, un giorno perdi, un giorno segni, un giorno sbagli, questa è la mia vita da calciatore e sono orgoglioso di aver potuto segnare il mio secondo gol in carriera in questo stadio di San Siro dopo una rottura dei legamenti e dopo aver iniziato a giocare a calcio all’età di 15 anni nell’ultima divisione francese. Quello che non ti uccide ti rende più forte. Sempre a testa alta, sempre davanti, sempre più alto"
Dimarco: "Non ho insultato nessuno"
Sempre via Instagram, è arrivato anche il messaggio di Federico Dimarco, accusato di un'esultanza "eccessiva" dopo il rigore sbagliato da Henry vicino all'attaccante, ha espresso la sua opinione:
"Ho esultato? Sì ho esultato e anche tanto. Senza insultare nessuno, senza gesti maleducati, ho gioito tanto per la vittoria, per lo “spavento” e per il pericolo scampato.
È sport ed è bello anche per questo. Purtroppo è anche severo e crudele nei confronti di chi sta dall’altra parte. E mi spiace se tutta questa gioia mi sia esplosa instintivamente davanti a Thomas Henry che aveva appena sbagliato il rigore e io abbia esultato davanti a lui. Di pancia, sono sincero. Qualcuno dirà che non è una cosa bellissima e probabilmente ha ragione, ma non volevo offendere nessuno tanto è vero che al fischio finale, ancora prima di festeggiare coi miei compagni, sono andato ad abbracciarlo. E la stessa cosa ho fatto negli spogliatoi dopo la partita con i miei ex compagni. Perchè questo è lo sport. Si vince, si perde, si esulta, si piange e alla fine ci si abbraccia. Ai moralisti dico: criticatemi pure ma guardate tutto quello che accade in campo non solo quello che vi fa comodo, grazie.
Ciao grandi".