“Quando ho saputo che avrei giocato? Un'ora prima della partita”. Come si fa con tutti, insomma. Lui è come gli altri, a parte il fatto che la carta d'identità lo inserisce nella parte più 'verde' dell'Inter. Andrea Pinamonti ieri sera ha esordito, nel suo stadio, con la sua squadra. 'Sua', sì, perché da sempre fa il tifo per l'Inter e stasera con quella maglia è sceso in campo dal primo minuto in Europa League. “Un'emozione indescrivibile. Sono molto contento della fiducia dell'allenatore e della società. San Siro è uno stadio fantastico, pieno o vuoto non cambia”, le sue parole dopo la gara a Sky Sport.
Nelle giovanili nerazzurre ci è cresciuto, ma l'Inter per averlo ha dovuto iniziare e vincere un derby di mercato col Milan. Concorrenza poi battuta ed è dai Giovanissimi che è iniziata la storia di Pinamonti all'Inter. Nato a Cles, in Trentino, “ho iniziato a giocare qui verso i 5 anni, nella squadra del mio paese, e ci sono rimasto fino ai 9. Poi Verona, al Chievo – ha raccontato in un'intervista, tempo fa - per 5 stagioni: per arrivarci facevo un’ora e mezzo di pullman dopo scuola, l’ho fatto per 5 anni, prima di passare all’Inter all’età di 14 anni”. A Milano è iniziata poi la vita in convitto, ma senza lasciare lo studio: “La scuola me l’hanno sempre imposta i miei genitori e io sono sempre stato favorevole”.
Anche in campo la voglia di imparare non gli manca, così come i consigli dei compagni. Uno su tutti: “Palacio c'è sempre, dentro e fuori dal campo. Sia lui sia gli altri mi hanno dato consigli, da quando siamo partiti a quando eravamo sul pullman e anche in campo. Mi ha fatto davvero piacere”. E il suo idolo? Ce l'ha in squadra: “Icardi”. L'esordio di stasera non è un punto d'arrivo per Pinamonti, ma un punto di inizio. Tra la voglia di crescere e continuare a ripagare in campo la fiducia di Pioli, anche uno sguardo al futuro. “Cercherò di essere pronto per eventuali chiamate in campionato, ma a decidere sarà la società”, parola di Pinamonti, un '99 nell'ultima notte europea stagionale di San Siro.