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Data: 10/02/2018 -

Inter, Spalletti: "Non rischio Icardi. Le difficoltà fanno venir fuori il gruppo"

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Priva di Mauro Icardi, l'Inter è chiamata al ritorno al successo nella sfida di domani col Bologna. Dopo quattro pareggi consecutivi, Luciano Spalletti si aspetta la scossa da parte della squadra; l'allenatore ha presentato così la partita in conferenza stampa.

"Icardi non è della partita perché in allenamento ha sentito qualche dolore in alcune situazioni improvvisate, con lo staff medico abbiamo deciso di non rischiarlo".

"Cancelo ha qualità, quando è in condizione può darci una mano. Candreva ogni tanto abbassa il livello, ma come tutta la squadra nei momenti positivi sa cavalcare l'entusiasmo; ora un po' tutti abbiamo meno convinzione".

"L'Inter è un ambiente bellissimo, voglio rimanerci. Tant'è che nella casa dove sono in affitto ho attrezzato anche una stanza per gli ospiti e comprato due piante".

"Di Lautaro Martinez non parlo, perché la mia priorità è il presente e commenti su altri giocatori rischiano di minare la tranquillità di chi invece deve tirarci fuori da questo momento negativo. I direttori tuttavia fanno bene a progettare per il futuro, ma io devo restare concentrato sul presente".

"Rafinha dal primo minuto è un'opzione, anche se poi molto probabilmente va sostituito ad un certo punto. Vanno fatte delle valutazioni. Può dare tanto alla squadra nel palleggio, perché il suo modo di giocare riflette quello del Barcellona".

"I momenti felici contribuiscono all'unione del gruppo, ma nei momenti negativi si diventa una famiglia, perché ci si dà una mano nelle difficoltà e a volte si prendono le responsabilità del compagno. Questo sta succedendo con tutti i giocatori, posso assicurarlo".

Poi l'allenatore è voluto tornare sui retroscena diffusi da alcuni organi di stampa e sulle dichiarazioni che avrebbe fatto ad alcuni tifosi: "Non c'era verità in quell'articolo, io non mi devo giustificare di nulla. C'era soltanto la volontà di farci del male, creata ad arte per creare una frattura tra me e la società. Non ricordo di preciso cosa ho detto e quando, ma ho soltanto sostenuto che c'era stata una forte involuzione e che le regole di mercato a volte impongono delle cessioni. Alla fine di una chiacchierata di un'ora si è parlato soltanto di cinque minuti".



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