​Inter, Spalletti: "Essere qui è la cosa più bella che mi potesse capi...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 14/06/2017 -

​Inter, Spalletti: "Essere qui è la cosa più bella che mi potesse capitare"

profile picture
profile picture

Capitolo Roma definitivamente archiviato, Luciano Spalletti è pronto a ripartire dalla panchina dell'Inter. Dopo aver salutato i tifosi (leggi qui), il nuovo allenatore nerazzurro è intervenuto nella conferenza stampa di presentazione: "Perché sono venuto all'Inter? Per riposizionarla nel ruolo che le compete, ho scelto l'Inter perché quando me la sono immaginata me la sono immaginata come una storia piena di belle cose ed io le voglio vivere tutte fino in fondo. Voglio vivere questa storia in prima linea come attore, ma allo stesso tempo voglio anche essere spettatore privilegiato. La vivrò in tutte le sue sfaccettature questa storia, voglio assorbire tutto quello che riguarda l'Inter dall'inizio alla fine".

"La nostra identità di gioco? La cosa importante prima di tutto è che ci si dimostri una squadra. Ho pensato a un 4-2-3-1, però poi è chiaro che dovremo essere pronti a fare anche altre cose - ha continuato Spalletti -. Secondo me giocare con un modulo o un altro conta relativamente. Conta aver una squadra che sa dove vogliamo andare, se facciamo vedere dove vogliamo andare è chiaro che anche quelli più bravi saranno costretti a farsi da parte. Se non saremo forti come mentalità, carattere e qualità allora saremo noi che dovremo scansarci. Mi sembra che sia qualche anno che non vinciamo niente, quindi o facciamo qualcosa di diverso o continuiamo a fare questi risultati. I singoli? Per me un calciatore soltanto non può influire sulla vittoria finale, è chiaro che ci sono calciatori forti, ma questi devono entrare in un meccanismo di squadra: io voglio che tutti i calciatori riescano a donare al compagno di squadra qualcosa delle proprie qualità. Questo ci farà diventare una squadra forte".

"I tanti cambiamenti negli ultimi anni? Io non sono più bravo degli altri, non sono più bravo di chi mi ha preceduto, ma sono differente - ancora il nuovo allenatore nerazzurro -. Ora si comincia a lavorare a modo mio perché io mi fido del mio modo di fare. E se possibile chiederò ai giocatori di fidarsi di me, io sarò al loro fianco 24 al giorno al 100%. Penso che ci siano tutte le possibilità per riportare l'Inter dentro la sua storia. È questo quello che noi dobbiamo fare. Come sarà affrontare la Roma? Ringrazio il presidente Pallotta e la Roma per i messaggi che hanno mandato dopo la fine del campionato, ringrazio gli sportivi per l'affetto ricevuto quando ci siamo lasciati. La forza del nostro avversario è davanti agli occhi, infatti bisogna mettere a fuoco la differenza di punti che c'è stata in questi campionati. Ci saranno delle reazioni, i miei ex calcolatori li conosco bene e avranno delle reazioni. Loro dimostrano appartenenza, sentirsi coinvolti è importante anche più di un progetto tattico. Quella partita ce la faranno sudare tantissimo. Dentro la loro testa loro hanno un solo obiettivo e una sola aspirazione, quella di fare risultato con la propria squadra. Ma dopo l'esperienza di Roma essere qui all'Inter è la cosa più bella che mi potesse capitare".

"La squadra adesso dovrà fare come Dzeko: Lui è stato bravo a fare quello che non era facile, ha ribaltato una situazione difficilissima - ha detto Spalletti . L'anno prima non ci si poteva andare in giro insieme, l'anno dopo è stato l'artefice del successo. Questo dovranno fare anche tanti nostri calciatori. Come ridurre il gap con la Juventus, che negli ultimi sei anni ha sommato 186 punti in più? Inter-Juve l'ho vista l'anno scorso e non sembrava esserci una differenza così marcata. Bisogna rispettarli, anche loro sono bersaglio di cattiverie, perché è una società forte e che ha dato bellezza al campionato italiano. Quindi vanno fatti i complimenti a Massimiliano Allegri per ciò che ha fatto. Quando si hanno calciatori forti si pensa che sia facile vincere, invece no: è difficilissimo. E' facile non vincere niente. La Juventus ha saputo vincere, vanno rispettati ma non temuti. Non inciamperemo nell'ultimo gradino, quando li affronteremo". Poi uno sguardo alla Roma, con la spiegazione sulla fine del rapporto, e un paragone con Fabio Capello, che guiderà lo Jiangsu Suning, club cinese del gruppo che guida l'Inter: "L'Inter mi ha contattato sulla fine del campionato, avevo detto a Pallotta che venivo via. Sarei andato via se si facevano risultati e non sono arrivati. Quindi ero in difficoltà, ho sentito il malcontento della gente. C'era qualcuno a favore, ma il mio lavoro è unire tutti dalla stessa parte. Capello? E' un grande personaggio di questo sport e del calcio italiano. Da lui tutti abbiamo preso qualcosa e siamo stati attenti a ciò che è stato il suo modo di gestire le squadre. Ce ne sono stati anche qui, di capitani di ventura, come Herrera e Mourinho. Ci siamo trovati tante volte di fronte per il risultato sportivo in Italia, mentre in Russia è venuto fuori un rapporto più amichevole e di collaborazione poiché era l'allenatore della nazionale. Ora so che fa parte della famiglia Suning, sicuramente farà valere tutte le sue qualità. Per il momento non gli ho ancora parlato, ma sarà un piacere farlo e spero che succeda il prima possibile".

Tanti i nomi accostati alla panchina dll'Inter, alla fine a spuntarla è stato Spalletti: "Motivo di orgoglio? A me questo non importa, ora sono l'allenatore dell'Inter e vi farò vedere che sono rilassato in questa posizione - ha detto -. Si fanno quelle cose che possiamo fare, senza compiere troppe valutazioni. Ciò che sarà fondamentale da parte mia, sarà riempire le partite con ciò che serve. Voglio farmi carico della storia dell'Inter, se parlo da lì sarà più facile avere quel vestito che devo indossare e che i giocatori dovranno riconoscere. L'Inter è una sfida eccitante e la vivrò per tale. Come sarà la squadra tra un mese? Stiamo lavorando per una squadra più forte, ma non sarà facile. Gli acquisti non vanno sbagliati, stiamo sentendo l'umore dei nostri calciatori. Nello spogliatoio parleremo di noi come squadra. L'Inter forte deve essere l'Inter, non devono essere i nomi che la compongono. Non ci sono obiettivi individuali se non ce n'è uno comune".

E se Stefano Pioli al suo arrivo si era definito 'potenziatore', Spalletti preferisce non avere etichette: "La definizione me la darete voi, io spero che qualcosa dalla sfera venga fuori - ha affermato l'ex Roma -. Io mi alzo presto, vengo a lavorare e poi torno a casa. E questo lo faccio tutti i giorni". Poi ancora un'opinione sul 4-2-3-1: "E' un modulo a cui sono legato, ma in partita fare qualcosa che l'avversario non si aspetta è un vantaggio che può fare la differenza. Tutte le squadre hanno cambiato durante il campionato, Pioli l'ha fatto e ha portato a casa una striscia di risultati in un buon periodo. L'Inter deve acquisire la costanza di un risultato permanente, non occasionale. E' chiaro che guarderemo la rosa per mettere i giocatori nelle condizioni di potersi esprimere al meglio. La prima cosa che guardo è la linea difensiva avversaria, un aspetto fondamentale è avere la curiosità di superare la linea definitiva". E infine un messaggio ai tifosi: "La passione degli sportivi è l'elemento centrale. Bisogna portare in evidenza quest'anima, il fatto di aver trovato molti tifosi nerazzurri in Cina è una forza maggiore. Uno slogan potrebbe essere 'Più siamo e più vinciamo'. Abbiamo una storia che brilla e i nostri sostenitori magari ora non hanno la possibilità di far sentire il loro contributo come allora, ma averli accanto sarà fondamentale. Si dà forza a quell'appartenenza di cui parlavo prima. Li aspettiamo fin dal ritiro di Brunico, perché devono essere partecipi della nostra ricerca di ciò che vogliamo determinare d'ora in avanti. Vogliamo far toccare con mano che siamo professionisti seri".

Sui singoli un pensiero su Nagatomo e Joao Mario: "Yuto ha qualità ed è una bella persona, gli si legge in faccia anche da avversario. Ha giocato partite buone e brutte come capita a tutti, ma sulla professionalità del calciatore nessuno potrà dirgli nulla - ha precisato Spalletti -, ne sono già sicuro. Poi parleremo anche con lui, nel ruolo ci sono diversi giocatori. Joao Mario invece è un calciatore offensivo, ha una vocazione ad attaccare e ha qualità nelle giocate, che può servire per comandare il gioco. Chi è padrone del campo vince più facilmente. Faccio un esempio con la Roma: riportando più dietro Pjanic e avanzando Nainggolan si sono viste cose ottime. Dentro la testa dei calciatori ci deve essere la componente di disponibilità. Anche dieci minuti bisogna farli in modo importante, che sia un completamento del lavoro dei compagni. Quando uno esce dal campo non voglio che mi saluti, lo dico da ora: così non si creano certi discorsi. Voglio che tutto sia sotto la luce del sole. Se non cambiamo, non cresciamo e così non viviamo bene. Qualcosa da cambiare c'è e ne possiamo parlare fin da subito".

"Pioli è un allenatore eccezionale, lo rispettano tutti per il valore che ha e io non sono più bravo di lui, ma diverso. Lo staff? Il migliore che potessi avere. Ne stiamo parlando col direttore, per completarlo nel modo giusto. Al momento ci sono Baldini, Domenichini, Pane e Iaia, che tra l'altro abita qui vicino. Può essere modificato ulteriormente, per essere coperti 26 ore al giorno con due ore di straordinario". Nessun timore per la negatività dell'ambiente nerazzurro dopo gli ultimi anni senza risultati: "L'altra sera, una signora mi ha detto: 'Tu sei l'allenatore dell'Inter? Cavoli tuoi!'. A me non sembra così, ve lo dimostrerò - ha raccontato Spalletti -. Quella di Roma è stata un'esperienza bella e importante, che porterò con me e sarà impossibile da cancellare. Sono andato e tornato da lì, qualche volta l'ho avvantaggiata e altre ho creato dei problemi, ma ho costruito un modo di ragionare e vivere la Roma che era riconoscibile. Ho ricevuto il supporto e l'apporto di tutte le persone che non si vedono. Quelli che ti fanno trovare tutto a posto, che hanno un valore incredibile".

"Non alleno per far contenti tutti, ma per scegliere il miglior undici, con allenamenti che mi permettano di sbagliare poco. Con Stefano Vecchi - al quale Spalletti ha fatto i complimenti per la vittoria del campionato Primavera prima di iniziare a parlare - c'è già collaborazione, gli ho fatto l'in bocca al lupo prima della finale, ora lo risentirò. Lui dovrà aspirare a prendere il mio posto e io ho bisogno dei suoi calciatori". E per i nerazzurri non ci sarà l'impegno europeo: "Le coppe aiutano, danno possibilità ai giocatori di averli stimolati e sul pezzo. Se non si ha un gruppo adeguato poi si crea qualche scompenso. Ma è meglio giocare due partite a settimana piuttosto che una in questo aspetto".

Dopo aver avuto a disposizione Edin Dzeko a Roma, adesso Spalletti lavorerà con Mauro Icardi. "Come lavorerò con lui? Si proverà a modificare le qualità di un calciatore, ci vuole coraggio - ha ammesso il nuovo allenatore nerazzurro -. Altrimenti non si spiega l'evoluzione di Nainggolan. Fa parte di una conoscenza approfondita, Icardi ha delle qualità incredibili e non dobbiamo perderle; gli daremo più appoggi. Dzeko è bravo nel dialogo con la squadra, meno bravo di Icardi nell'area di rigore probabilmente, non ne vedo un altro bravo come lui in questo aspetto. Sono tutte cose che Pioli ha già introdotto e che io riprenderò. Inoltre Icardi è il capitano e strada facendo oltre alle qualità di campione quale è, avrà il doppio lavoro di indicare anche ai compagni i comportamenti giusti nello spogliatoio".

"L'esperienza all'Inter come non plus ultra della mia carriera? E' il mio lavoro ad essere il non plus ultra. Anche ad Ancona ho vissuto una stagione bellissima per le sensazioni e i rapporti vissuti. Non ho esperienze più stimolanti, io mi comporterei così in qualsiasi squadra allenerò fino all'ultimo giorno. Dobbiamo essere tutti ambiziosi, speriamo innanzitutto di vincere le partite. Per il futuro dipenderà da ciò che realizziamo qui e lo voglio vivere più intensamente possibile". E in chiusura un pensiero sul mercato e una battuta su un possibile ritorno in nerazzurro di Gabriele Oriali: "I nuovi acquisti? Meglio averli prima ovviamente - ha concluso Spalletti -. In questo momento in cui possiamo lavorare con tranquillità, perché ogni errore possibile non crea problemi per le partite, ci proveremo. Anche se siamo legati ad altre vicende. Penso solo che sia chiaro per chiunque che poi bisogna dare il massimo nella tempistica che abbiamo a disposizione. Herrera diceva: 'Chi non dà tutto, non dà niente'. Faccio mia questa frase, e ci aggiungo lavoro e appartenenza. Se mi piacerebbe lavorare con Oriali? Tutti sanno che persona è Oriali, non sarò di certo io a porre un tappo per il ritorno di un personaggio come lui. Per me sarebbe un onore e un piacere".

Tags: Inter



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!