Un inizio di campionato vissuto al massimo, tante vittorie importanti e una continuità che è mancata negli ultimi anni che sembrava essere stata ritrovata. Poi da dicembre, dopo lo 0-0 a Torino contro la Juventus, ad oggi l'Inter ha ottenuto solo sei pareggi, una vittoria e tre sconfitte. Un po’ poco per chi ha ambizioni di Champions League e infatti, ora, l’Europa dei grandi è sfumata, è lì ma non è più una certezza. Col Benevento bisogna ripartire e ritrovare la continuità di rendimento e anche e soprattutto i gol. Nella consueta conferenza stampa pre-gara ha parlato Luciano Spalletti che ha presentato così la sfida contro la squadra di De Zerbi. Un avversario ostico e da non sottovalutare per non incappare in brutti e dolorosi passi falsi:
"Icardi è convocato, ma è meglio non correre il rischio di impiegarlo per 90 minuti. Per quanto riguarda il suo impiego non so ancora, abbiamo ancora delle ore a disposizione e valuteremo. Rafinha dall'inizio? Anche questa settimana, per lui, abbiamo dovuto alternare l'impiego e le tempistiche di allenamento. Ha avuto un po' di affaticamento muscolare, la sua situazione va valutata al massimo perché ha avuto un po’ di affaticamento muscolare. Oggi si è allenato, ma è stata una seduta ridotta perché domani abbiamo la partita, quindi la risposta non è totale. Però il giocatore è a disposizione e, per quelle che saranno le possibilità, lo vogliamo usare perché ci può dare una mano importante".
"Le nostre difficoltà di questo momento non sono legate ad un singolo giocatore. Noi siamo calati nel pensiero di essere forti e di poter vincere contro chiunque. Abbiamo attraversato due fasi, prima abbiamo avuto un buon periodo e poi uno bruttissimo. Ma il momento difficile lo abbiamo determinato noi. Adesso tocca a noi affrontare le difficoltà e, se lo faremo lavorando da squadra, tutto diventerà più piccolo. La cosa che mi disturba è la rinuncia, il fatto di non lottare fino in fondo: noi dobbiamo sempre credere nella nostra forza. Questa settimana ho visto qualcosa in più, la ricerca di soluzione e l’assunzione di responsabilità. Ma sulla professionalità del mio gruppo la penso sempre allo stesso modo: sono convinto che renderemo la vita dura a tutti. E’ chiaro, però, che adesso si fa più fatica, perché il vento ce l’abbiamo davanti e non alle spalle. Mi aspetto di più da alcuni? Non è che me lo aspetto, sono loro che faranno vedere di avere le doti per essere definiti dei leader in questo gruppo. Queste qualità ci porteranno ai risultati. Se potrà bastare o meno dipende anche dalle avversarie, che hanno un valore assoluto importante. La cosa che non va bene è il periodo di risultati negativi, che non deve assolutamente continuare. La mia squadra l’ho vista lavorare bene, quindi questo momento terminerà. Ci sono dei segnali, si va a scavare in profondità per avere la reazione necessaria".