"Quando esco dal casello di Nervi mi commuovo": Eder, ritorno a Marassi. Quattro anni e mezzo in blucerchiato con 134 presenze e 49 gol: dalla serie B all'Europa. Poi il passaggio all Inter, non fortunatissimo fino al momento. Domani, in caso di rete, Eder esulterà:
"Certo, contro Emiliano Viviano esulto eccome (ride)" - si legge nelle pagine del Secolo XIX - "A modo mio, con molto rispetto per città e tifoseria che mi hanno dato tantissimo in 4 anni. Inter? Nel calcio si vivono momenti alti e bassi e bisogna solo lavorare: con la Samp da agosto a gennaio avevo fatto 12 gol, poi quando sono passato all'Inter mi sono bloccato, ma sapevo che avrei incontrato difficoltà iniziando a metà stagione. Anzi, avevo solo 3 mesi. Però ho centrato l'Europeo. Il gol contro la Svezia è stata la gioia più grande della mia carriera finora, ma non avevo bisogno di rilanciarmi. Mi sono sempre allenato e mister Conte e poi mister Ventura lo hanno apprezzato convocandomi".
L'italiano-brasiliano tornerà blucerchiato? "Non c'è mai stata veramente questa possibilità: ho fatto una scelta e la porto avanti. E la maggior parte delle cose che si dicevano sul mio riscatto da parte dell'Inter non erano vere, ad esempio che dovevo fare un tot di partite. In futuro mai dire mai. Quando esco dal casello di Nervi mi commuovo, mi sento a casa. Sono stati 4 anni unici a livello calcistico, ma anche con la città. Schick? Mi ha colpito, nel derby era impendibile con tutti quei dribbling: ha davanti un futuro importante. E' giovane, deve ancora crescere e dimostrare tutto: sempre meglio giocare che andare subito in un top club dove la concorrenza è alta e magari non giochi".
Eder poteva optare per due Nazionali: "Calcisticamente mi sento più italiano che brasiliano, è qui che ho fatto tutta la trafila dai 16 anni e quando c'è stata la possibilità di essere chiamato da Conte non ho avuto dubbi. Anche Dunga aveva pensato di convocarmi per il Brasile, ma sono felice della mia scelta". Sulla scelta di lasciare la Samp: "E' arrivata una grande opportunità come l'Inter e comunque negli ultimi sei mesi a Genova il presidente Ferrero ha detto cose che non mi sono piaciute. Sembrava che me ne volessi andare io, ma in realtà molte cose di quella trattativa non le ho condivise. Ferrero mi ha mandato un messaggio questa settimane dopo 14 mesi: umanamente gli voglio bene, però mi ha fatto un po' arrabbiare".
Anche il Leicester lo corteggiava: "Sì, avevo sentito mister Ranieri, ma alla fine ho preferito l'Inter. Il calcio italiano lo conosco bene, quello inglese no. Ho pensato: 'e se poi va via Ranieri?'. Non avevo torto". Obiettivi Inter? "Da quando c'è Pioli abbiamo un ritmo da scudetto, però i primi tre mesi li abbiamo buttati e recuperare è difficile. Ci sono ancora 27 punti, vogliamo provarci, a cominciare dalla Samp, anche se mi dispiace". Futuro: "Ho il contratto fino al 2020, quindi il futuro e all'Inter. Il mio obiettivo sono i Mondiali, quindi voglio giocare: sicuramente farò il ritiro estivo con i nerazzurri, poi vedremo: io qui sto benissimo". "Saudade" di Genova? "Mi manca il clima, il mare e il pesto del Maa Beach".