Piero Ausilio, direttore sportivo dell'Inter, ha parlato questo pomeriggio durante un intervento presso l'Università degli Studi di Milano al Corso di perfezionamento in Diritto Sportivo e Giustizia Sportiva. Tanti gli argomenti toccati e molti senza filtri, su tutti la brutta stagione di quest'anno: "Nel calcio è come nelle aziende, se non programmi bene, puoi andare incontro a una stagione negativa. L’Inter quest’anno ha programmato male, abbiamo cambiato 4 allenatori e alla fine arriveremo settimi o ottavi. Ma la rosa dell’Inter è una rosa di buoni calciatori. Ma se non si programma in un certo modo, tutto poi diventa relativo".
Ma i problemi nerazzurri sembrano anche altri, soprattutto interni: "Ad Appiano non c’è gente che non si allena. Si allenano e anche bene. Manca quel senso di solidarietà. I giocatori non sono riusciti a creare il gruppo per questioni di etnia, di età, ma anche di personalità e valori umani. Non ci sono cattivi ragazzi, solo che non sono un gruppo solidale tra loro, ci sono tanti gruppetti e tanta gente che pensa a se stessa. Ognuno non fa più del suo, non c’è grande personalità e forza d’animo".
Concetto di programmazione che coinvolge anche la proprietà: "Non può esserci un progetto se non c’è una continuità di dirigenza e di proprietà. Siamo al terzo anno e stiamo ripartendo con un nuovo progetto. Abbiamo iniziato con il grande entusiasmo della nuova proprietà. C’era un allenatore (Mancini, ndr) che aveva iniziato la preparazione poi siamo andati su un allenatore che non conosceva il calcio italiano (de Boer, ndr).Non è un modo di cominciare la stagione, perché si parte male, in ritardo rispetto agli altri. Devi cominciare da capo con la preparazione, con la conoscenza dei calciatori e devi anche riprendere il concetto di squadra, dato che chi c’era prima preferiva un modulo diverso, o si fidava di alcuni calciatori invece che di altri".
Problemi societari e gap con la Juventus giustificato principalmente da fattori economici: "Nel nuovo mercato bisogna considerare i ricavi, dato che l’Uefa non consente più di immettere dentro soldi e fare calcio in questi modi. Oggi tutto deve essere proporzionato ai ricavi. Anche noi abbiamo l’obbligo di adeguarci alle condizioni che ci impongono per continuare a partecipare alle competizioni europee. Ogni giorno sui giornali c'è l'elenco dei giocatori che prenderemo e dei soldi che spenderemo, ma la verità è che bisogna rispettare il tetto salariale. La nuova proprietà cinese potrebbe comprare giocatori come Cristiano Ronaldo, ma bisogna rispettare il Financial Fair Play. Il nostro fatturato è tra i 200 e i 230 milioni di euro, mentre quello della Juve è di 400 milioni. Ci sono quasi 200 milioni di differenza tra l’Inter e la Juve. Non si recupera questo gap solo acquistando i migliori calciatori, perché poi comunque vanno dove ci sono più soldi e dove possono giocare la Champions. Perché vogliono vincere. Questo non significa che ci rinunciamo, dobbiamo sviluppare un discorso, rischiare qualcosa, e quando rischi a volte va bene e volte va male. Gabigol? No quello è qualcosa di diverso, ma non posso spiegarlo". Un azzardo tentato anche con la stella della Juventus: "Nel calcio ci si prova. L'Inter ha provato a prendere Dybala, ma con la Juve c'erano 20 milioni di differenza e alla fine è andato lì".
Infine Ausilio parla anche del futuro in panchina: "Bisogna confrontarsi con situazioni contrattuali e di mercato. Stiamo pensando ad allenatori con quelle caratteristiche (alla Conte, ndr), però poi vai a vedere e tutti i top sono al Chelsea, al Tottenham, all’Atletico Madrid, alla Juve, ecc. Bisogna raffrontarsi anche a questo tipo di situazioni".