Ha appena detto addio alla squadra della sua vita, al club in cui è cresciuto e che lo ha formato come uomo. Ora per Andrés Iniesta si aprono le porte del Giappone, campionato in cui giocherà nella prossima annata le ultime gare della sua straordinaria carriera. Protagonista della trasmissione tv spagnola El Horminguero, il centrocampista ha fatto un bilancio sulla sua lunga esperienza al Barça e ha parlato anche delle sue sensazioni in vista della nuova avventura che inizierà presto. Si parte dalle emozioni al momento dell’addio.
L'addio al Barcellona
“Ho cercato di vivere ogni istante come fosse l’ultimo, assaporandolo al massimo. È stata un’emozione grande, ho vissuto molti anni con quella maglia e li ho vissuti con una passione tremenda. Ho provato grande malinconia ma sono stato anche orgoglioso perché ho fatto un buon lavoro. Dire addio era un’esigenza fisica e mentale. Il mio corpo già mi diceva che avevo fatto il massimo”.
"Era il momento giusto"
“Quello che più mi fa male è capire che non posso continuare ancora un anno o due. Credo sia stata la decisione più onesta. Tutto ha un inizio e una fine. Questa decisione è stata presa dopo lunghe riflessioni e anche se mi fa male, essere padrone delle proprie scelte è una cosa positiva. La mia famiglia mi ha appoggiato. Mio padre è quello che l’ha presa peggio perché non prende l’aereo. Dovremmo inventarci qualcosa tre… Il fatto di andare a giocare in Giappone è un qualcosa di diverso. Mi hanno convinto il progetto e quello che mi hanno trasmesso, spero di non essermi sbagliato. Anche a livello familiare e per crescere come persona e arricchirmi culturalmente credo che possa essere qualcosa di molto positivo per il mio futuro“.
La depressione dopo la morte di Dani Jarque
Iniesta si è poi soffermato anche su un periodo molto buio della sua carriera, seguito alla morte dell’amico Dani Jarque: “In quel momento non mi sentivo me stesso, non mi godevo le cose. Mi sono reso conto che le persone che ti stanno intorno sono semplicemente persone. Non provavo sentimenti né passioni. È stata una cosa che mi ha svuotato dall’interno, è arrivato il momento in cui mi sono reso conto che non ne potevo più. Ho avuto la capacità di capire che avevo bisogno di qualcuno per uscire da quella situazione. La cosa importante è che in quel momento non ho mai perso la fiducia”.
Verso il Mondiale in Russia
Infine una battuta anche sul prossimo Mondiale - che vede la Spagna tra le squadre favorite - e sulla recente finale di Champions che ha visto trionfare ancora una volta il Real Madrid: “In Russia abbiamo una squadra molto forte. C’è un buon mix di giovani e giocatori esperti. La fiducia è massima. Credo che abbiamo avuto degli avvisi sia in Brasile che nell’ultima competizione europea del 2016 e questo ci farà arrivare al Mondiale con i piedi ben saldi a terra. Affronteremo il gruppo e vedremo passo dopo passo. Se faremo le cose per bene sicuramente continueremo a lottare fino alla fine”.
La vittoria del Real in Champions
“La Champions? L’ho guardata con un po’ di delusione e non tanto per il risultato in sé - ha concluso Iniesta - non dipende dal fatto che ti piaccia o non ti piaccia che vinca il Real Madrid, ti dà fastidio il fatto che non ci sia il Barcellona. Loro sono contenti con la nuova vittoria e noi ci teniamo la Liga e la Copa del Rey”.